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Onda rosa: "non è vero che la nostra terra è immune dalla violenze maschili"

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A Oliena un uomo di 39 anni, Sandro Mula , ha ammazzato la moglie Sara Coinu di 35 anni.

Un altro caso di femminicidio, un ennesimo episodio di violenza maschile contro le donne.

Sono 134 i casi di femminicidio in Italia nel 2013, 83 i tentati femminicidi.

Al Centro Antiviolenza Onda Rosa di Nuoro si rivolgono 300 donne l’anno.

Non è assolutamente vero che la nostra terra è immune dalle violenze maschili, come spesso in troppe e troppi dicono.

Come associazione siamo vicine al dolore della famiglia e delle cittadine e cittadini del Comune di Oliena e ricordiamo che:

• Nella maggioranza dei casi di femminicidio l’autore è il partner, l’ex partner o altro familiare.

• Non esistono giustificazioni alla violenza, nessun mostro, nessun raptus di follia o eccesso di gelosia. Il movente è la violenza maschile contro le donne, i loro figli e loro figlie, la cui espressione estrema è il femminicidio.

• Le donne devono essere aiutate con politiche e risorse adeguate che puntino alla valorizzazione e al finanziamento di Centri Antiviolenza, alla formazione di operatori e operatrici dei servizi pubblici sociali, sanitari e delle forze dell’ordine che entrano in contatto con le donne che chiedano aiuto, al rafforzamento e alla diffusione dell’informazione sull’esistenza di reti antiviolenza dotate di procedure integrate.

Non basta intervenire sulla violenza di genere con provvedimenti legislativi che mirino alla repressione e all’inasprimento delle pene ma sono necessari e improrogabili interventi di accompagnamento, sostegno e protezione delle donne e interventi di prevenzione, a partire dalla formazione, a favore delle ragazze e dei ragazzi perché si affermi una cultura fondata sul riconoscimento e sul rispetto della differenza.

L’ associazione Onda Rosa da venti anni si occupa in Sardegna del contrasto alla violenza di genere verso le donne e verso le bambine e i bambini. In questi anni è stata spesso testimone di violenze subite, ma anche della forza di centinaia di donne che a queste si sono opposte, della capacità di ricostruire per sé e per le/i loro figlie/i un futuro diverso.

La tragicità di quanto è successo ci coinvolge tutte e tutti in vari modi e ancora una volta ci pare che chieda di continuare a sostenere un processo di cambiamento e di assumere una responsabilità condivisa e partecipata a questo cambiamento simbolico e culturale. Chiediamo l’impegno di ciascuno e di ciascuna, poiché il cambiamento passa da ognuna e ognuno di noi, attraverso l’assunzione della responsabilità di promuovere un concreto cambiamento a partire dalla funzione che si riveste e dimostrando il sostegno alle vittime non solo con le parole.

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