Nel 2015 le esportazioni di Pecorino romano e Fiore sardo sono aumentate di quasi il 20 per cento per effetto della reputazione di alta qualità conquistata a livello internazionale e che oggi è messa a rischio, insieme ai nostri 17 formaggi tradizionali, dalla liberalizzazione dell’uso di latte in polvere imposta dall’Unione Europa all’Italia sotto il pressing delle lobby.
Per impedire il via libera in Italia al formaggio e allo yogurt senza latte che danneggia e inganna i consumatori, mette a rischio un patrimonio gastronomico custodito da generazioni, con effetti sul piano economico, occupazionale ed ambientale, questa mattina una delegazione di allevatori sardi, guidati dal direttore provinciale di Coldiretti Oristano Giuseppe Casu, si è unita alle migliaia di colleghi, casari e consumatori da tutta Italia che si sono ritrovati in piazza Montecitorio a Roma.
In occasione della mobilitazione odierna la Coldiretti ha presentato un’analisi in cui è emerso che con un chilo di polvere di latte, che costa sul mercato internazionale 2 euro è possibile produrre 10 litri di latte, 15 mozzarelle o 64 vasetti confezioni di yogurt.
Inoltre, dalla stessa analisi, si evince che il pressing esercitato dalla Commissione Europea sull’Italia ha già stimolato gli interessi degli speculatori con le importazioni di latte e crema in polvere che sono aumentate del 16 per cento nel primo trimestre 2015 rispetto allo scorso anno. Con i 2/3 delle importazioni che provengono dalla Francia e dalla Germania, l’asse che detta la linea politica dell’Unione Europea.
“Quando si tratta di difendere il lavoro dei nostri soci e la salute dei consumatori noi siamo sempre in prima fila – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. I dati che ci arrivano da Roma ci fanno capire che non possiamo abbassare la guardia perché il via libera al latte in polvere metterebbe a rischio le nostre produzioni tradizionali di qualità. Si perderebbe la distintività che solo il latte fresco con le sue proprietà organolettiche e nutrizionali assicura ai formaggi oltre ad aprire le porte agli speculatori e al maggior pericolo di frodi. Un rischio per tutto il made in Italy, che tocca particolarmente da vicino la Sardegna, leader nella produzione dei pecorini e dei formaggi di qualità grazie alle oltre 3milioni di pecore distribuite in 15mila ovili che producono 300 milioni di litri di latte (il 67 per cento del latte ovino nazionale) per un fatturato di oltre 330 milioni di euro”.
“A rischio c’è un intero settore che - sottolinea il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba - rappresenta la voce più importante dell’agroalimentare sardo, ma che svolge anche un ruolo insostituibile di presidio del territorio, nel quale la manutenzione è assicurata proprio dal lavoro silenzioso di pulizia e di compattamento dei suoli svolto dagli animali al pascolo. Il via libera alla polvere di latte – sottolinea il direttore - significherebbe aumentare la dipendenza dall’estero con la chiusura degli ovili, la perdita di posti di lavoro e l’abbandono delle terre con l’omologazione e l’appiattimento qualitativo della produzione”.
DA UN CHILO DI POLVERE DI LATTE A 2 EURO SI OTTENGONO
- 10 litri di latte
- 15 mozzarelle da 125 grammi
- 64 vasetti di yogurt da 125 grammi
Fonte: Elaborazioni Coldiretti