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Coldiretti. La priorità è il prezzo del latte

redazione
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Coldiretti Sardegna oggi non ha partecipato agli incontri del gruppo ristretto per la costituzione dell'Organismo interprofessionale convocato dall'assessore all'Agricoltura.

Le motivazioni che hanno spinto l'organizzazione ad abbandonare il tavolo sono state inviate con una lettera questa mattina al presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru: "in questo momento sono altre le priorità. Ai pastori i trasformatori stanno proponendo per l'annata che sta per cominciare dei contratti (e qualcuno è stato anche già firmato) con dei prezzi di remunerazione del latte vergognosi e impronunciabili. Prezzi che squalificano chi li propone, perché ingiustificabili e di gran lunga al di sotto dei costi di produzione, che come sostiene il professore Giuseppe Pulina, si aggirano intorno ai 0,90 centesimi".

"Alla Regione – scrivono nella lettera il presidente e il direttore Luca Saba - non chiediamo, anche perché non ha i titoli, di imporre il prezzo del latte, ma un intervento autorevole e deciso che porti chiarezza in un comparto che ribadiamo essere opaco. I produttori non possono essere lasciati soli dalle Istituzioni, in balia di una classe di trasformatori che nega le basi fondamentali di ogni rapporto, quali la chiarezza e la trasparenza. La Regione deve esercitare il proprio ruolo, garantendo un confronto leale e paritario tra mondo della trasformazione e produzione".

Ruolo che secondo i vertici della Coldiretti "è mancato pesantemente nella stagione scorsa, quando sulla base di previsioni quantomeno fantomatiche, i trasformatori (in diverse occasioni pubbliche: convegni e interviste giornalistiche), parlavano di una sovrapproduzione di latte di addirittura 100 milioni di litri rispetto ai 330 milioni dell'annata precedente".

"Nella lettera che Confindustria Sardegna, Consorzio di tutela del Pecorino romano e Legacoop – ricorda Luca Saba - inviarono il 9 marzo scorso al presidente Pigliaru, azzardarono una possibile produzione di 430 milioni di litri di latte. Produzione, che alla luce dei dati diffusi a stagione conclusa, dal Consorzio di tutela del Pecorino romano attraverso l'Organismo di Controllo INEQ, si è invece fermata a 286 milioni. Un dato ordinario che smonta tutti gli allarmi lanciati dai trasformatori".

"Previsioni errate – evidenzia Battista Cualbu - che come abbiamo dimostrato nel corso della tavola rotonda della settimana scorsa a Cagliari, a cui ha preso parte l'ex magistrato Gian Carlo Caselli, non sono state certo indolori, in quanto hanno condizionato in modo pesante il mercato. L'abbassamento del prezzo del Pecorino romano nel corso degli ultimi mesi, con la perdita di circa 100 milioni di euro, ha subito negativamente questo allarme".

"Questi dati – secondo il presidente - testimoniano il fatto che la sovrapproduzione di Pecorino romano non è imputabile ai produttori ma bensì all'incapacità di programmare le produzioni del mondo della trasformazione: cooperative e industriali privati. I quali pur sapendo che avrebbero creato una depressione del prezzo di mercato hanno continuato incautamente a produrre lo stesso formaggio".

Proprio per questo, concludono la lettera i due dirigenti di Coldiretti Sardegna "riteniamo che la Regione non possa restare indifferente a quanto sta avvenendo in questi giorni ma debba esercitare un ruolo da protagonista garantendo dignità a tutti gli anelli della filiera, senza discriminazioni".

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