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Una rete di Agenzie Sociali per la Casa. La proposta di legge della Base Sardegna

redazione
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Una rete di “Agenzie Sociali per la casa”, soggetti senza finalità di lucro per dare una risposta al bisogno abitativo delle fasce deboli della popolazione e aiutare gli enti pubblici, soprattutto i medi e piccoli Comuni che si trovano a gestire patrimoni immobiliari immensi spesso inutilizzati o sottoutilizzati. Soggetti senza finalità di lucro che possono fare anche da tramite nella gestione della domanda turistica relativa alla necessità di trovare nei territori delle strutture per lunghi pernottamenti, dal momento che le zone rurali della Sardegna rappresentano un unicum in termini di qualità della vita.

Con questo intento la Base Sardegna ha depositato una proposta di legge  che intende appunto  far fronte alle numerose problematiche abitative causate da ragioni economiche (in particolare la riduzione delle risorse pubbliche disponibili) e sociali.

Diverse le funzioni che andrebbero svolte dai nuovi soggetti. Tra queste anche quella di garante verso i proprietari degli immobili per quei soggetti deboli che si trovano in difficoltà per il pagamento del canone di affitto.

La base di partenza è il progetto “case ad un euro” applicato dal Comune di Ollolai, ai sensi dell’art. 40, comma 9, Legge regionale n. 8 del 23 aprile 2015, che permette alle comunità di ridestinare a nuova vita i ruderi abbandonati che i proprietari intendono cedere. Per far fronte a una migliore gestione della domanda e dell’offerta le Agenzie Sociali svolgerebbero appunto il ruolo di tramite con un’attenzione particolare alle fasce deboli.

“Le finalità della proposta sulle Agenzie Sociali prevede proprio – spiega Efisio Arbau presidente della Base Sardegna - il coinvolgimento di questi nuovi nuovi attori che, spontaneamente, si formano nel territorio anche grazie ai progetti pilota messi in essere dalle amministrazioni comunali o con il coinvolgimento di soggetti pubblici e privati”.

“E’ un modo per favorire la cooperazione tra pubblico e privati - spiega Gaetano Ledda, consigliere regionale della Base e presentatore della proposta -, per dare una risposta al crescente fabbisogno gestionale di centri storici in via di abbandono e motivo di impegni economici non indifferenti da parte di Regione e Comuni. Un luogo d’incontro tra le richieste di un mercato immobiliare nuovo e con soggetti mossi da esigenze varie, e l’offerta sempre più alta di immobili che necessitano di manutenzione e che spesso rappresentano fardelli antieconomici per i proprietari.
 

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