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FIORE SARDO DOP. La Barbagia difende i suoi pastori e la Regione cosa fa?

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Il fiore sardo dop, il formaggio a latte crudo che rappresenta una eccellenza da salvaguardare, è al centro da qualche anno di una battaglia che ha come obiettivo l'eliminazione di diverse contraddizioni che minano non solo la sua salvaguardia, ma la sopravvivenza di un intero settore economico. Il primo è sicuramente quello del rispetto del disciplinare, che impone la produzione a latte crudo, come da tradizione, ed è possibile solo in azienda. La più grande quantità di formaggio marchiato come Fiore sardo Dop invece viene dall'industria casearia dove la trasformazione impone obbligatoriamente la termizzazione del latte. 

L'altra contraddizione nasce dalla discrasia che schiaccia prepotentemente il produttore primario a livello economico, sottoponendolo alle logiche di un mercato incerto. E la storia sembra essere sempre la stessa: di fronte a singoli produttori che non riescono a fare forza sul prezzo di vendita, si impongono grossisti che ritirano intere partite di formaggio a prezzi spesso ben sotto di quelli di mercato. Il finale della storia lo ritroviamo nei banchi della Gdo, dove si trovano prezzi al kg quantuplicati. Somme che se correttamente suddivisi tra tutti gli attori della filiera rappresenterebbero il giusto riconoscimento per tutti i livelli. 

Da qualche anno nel territorio della Barbagia si punta alla costituzione di uno strumento che potrebbe dare maggiore forza ai singoli produttori: il Distretto del Fiore Sardo. Per Efisio Arbau, sindaco di Ollolai e presidente della Unione Comuni Barbagia, una possibile soluzione agli annosi problemi sopra descritti. 

"Come sistema degli enti locali barbaricini abbiamo deciso di costruire il distretto del fiore sardo e dopo aver consultato il territorio, i pastori ed i cittadini, siamo pronti a costituirlo formalmente - spiega -. Con una dotazione finanziaria di circa duecento mila euro, per creare unione tra le imprese e promuoverlo sui mercati nazionali ed internazionali. Insomma per creare quelle condizioni minime per continuare a fare il prodotto  in ovile, secondo il suo disciplinare. Per questo chiedo, da Presidente dell'Unione Barbagia alla Regione, di mettere a disposizione l'agenzia di ricerca Agris e le risorse finanziarie regionali per affrontare e risolvere il problema delle sofisticazioni alimentari, quali il fiore sardo prodotto con latte termizzato che di fatto uccide il vero fiore sardo dei pastori. E per garantire che le cose si facciano davvero sarebbe meglio incaricare l'Unione Barbagia del coordinamento dell'attività".

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