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Ledda a Pigliaru: "Subito gli strumenti e le risorse per smascherare il Fiore Sardo a latte termizzato"

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Una interrogazione consiliare che pone all’attenzione delle maggiori istituzioni regionali il problema della produzione di Fiore Sardo Dop non a latte crudo (e quindi con il mancato rispetto del disciplinare), è da ieri sulla scrivania del Presidente della Regione Francesco Pigliaru, chiamato in causa dal capogruppo in Consiglio regionale del Psd’Az Gaetano Ledda. A Pigliaru Ledda chiede di affrontare e fornire una soluzione immediata per tutelare in maniera piena i pastori che producono il formaggio secondo le regole definite nel disciplinare del Fiore Sardo Dop. Essi infatti si ritrovano a produrre il vero fiore sardo, ma sono ostacolati dalla produzione massiccia di un formaggio con diverse caratteristiche ma con lo stesso nome con la conseguenza che sul mercato allo stato attuale si trovano due tipi di prodotto con lo stesso nome e bollino Dop: uno prodotto a latte crudo e uno prodotto a latte termizzato. Questa in gergo tecnico si chiama frode alimentare dove a essere ingannati sono i consumatori, convinti di pagare e comprare un prodotto che ha seguito una determinata lavorazione, e gli stessi pastori che rispettano il disciplinare. Per questo Gaetano Ledda chiede al presidente della Regione la predisposizione di tutte quelle azioni e risorse finanziarie atte a smascherare le sofisticazioni sul Fiore Sardo Dop. Un’azione che andrebbe di pari passo con l’iniziativa già in essere che è stata invece promossa dall’Unione Comuni Barbagia con il coordinamento dell’Agenzia Laore, per l’istituzione del Distretto del Fiore Sardo Dop. Uno strumento che darebbe la possibilità all’intero territorio di puntare finalmente sull’eccellenza agropastorale barbaricina come motore economico del territorio. Per questo “ho chiesto a Pigliaru di attivare apposita azione attraverso l'agenzia di ricerca Agris, mettendo a disposizione le risorse finanziarie regionali – rimarca Gaetano Ledda - lasciando il coordinamento all'Unione dei Comuni della Barbagia che sull’argomento ha dimostrato imparzialità ed attenzione alla questione”.

LA RISPOSTA DELLA REGIONE SARDEGNA

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