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Il futuro dei consorzi industriali

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"Presto metteremo ordine nel sistema delle aree industriali di grande interesse" ed ancora "è necessario rivedere la governance dei consorzi e provvedere alla riforma delle Zir" ed infine " gli enti devono fornire alle imprese condizioni di vantaggio competitivo rendendo convenienti ed integrati i servizi idrici, di gestione dell'energia e dei rifiuti".

Questo è quanto affermato dall'Assessore regione dell'industria (Unione Sarda del 16 maggio) chiudendo i lavori del convegno sul ruolo strategico dei consorzi industriali provinciali nell'ambito della più ampia riforma delle autonomie locali, promosso dall'Università di Sassari. L'Assessore ha anche affermato che "la sfida è attrarre investimenti esterni. Stiamo lavorando sui fattori di competitività, pensando ad incubatori di imprese e di innovazione, con la creazione di autostrade amministrative contro la cattiva burocrazia".

Sono affermazioni veramente interessanti che sembrerebbero rispondere alla mia nota di alcuni giorni fa che proponeva, tra l'altro, l'acquisto dei rustici industriali per farne incubatori di impresa, sull'esempio di quanto già fatto dalla finanziaria regionale Intex, ormai già liquidata. E le dichiarazioni dell'assessore mi sembra che sentano impellente la necessità di dare serie risposte alle criticità che si frappongono a chi vuol avviare un'impresa in Sardegna: fornitura di servizi idrici convenienti (avevo citato lo storico lavaggio della lana sarda che Macomer ha perso per effetto dell'assurdo costo dell'acqua), di energia a costi accettabili, di trasporti per il continente all'insegna della continuità territoriale.

Ma la vera novità è rappresentata dalla verifica del ruolo dei consorzi e, soprattutto, dalla riforma delle Zir: come si sa, i Consorzi a Interesse Regionale (ZIR), nati a suo tempo per fornire servizi alle imprese, sono stati messi in liquidazione otto anni fa dalla Giunta Soru, ritenendo evidentemente che avessero esaurito il loro compito (soprattutto cedere lotti di terreni alle imprese, dotati di servizi, per l'edificazione dei fabbricati industriali). La messa in liquidazione ha ovviamente impedito loro qualsiasi nuova attività: l'abbandono della manutenzione delle strade consortili ne è un esempio. La mancanza di attività dei Consorzi non poteva che ripercuotersi sulle imprese che, proprio nel momento in cui la situazione economica del mondo produttivo aveva maggior bisogno di servizi, si sono ritrovate abbandonate, per giunta in una Regione dove le criticità raggiungono livelli drammatici.

A rilevare l'attività dei Consorzi dovrebbero essere gli istituiti Consorzi Provinciali o le Amministrazioni comunali: ma che competenze hanno i Comuni sullo sviluppo industriale e quanto possono i Consorzi Provinciali essere realmente presenti alle realtà locali?

Pertanto la frase dell'Assessore dell'Industria rappresenterebbe un ripensamento sulla linea politica fin qui adottata sui Consorzi. Si ritiene che le ZIR, se ben guidate, possano essere uno strumento di crescita o, almeno, di conservazione delle imprese, se riportate alla missione originale che era di creare servizi e di promuovere l'insediamento di nuove iniziative. Certamente non vanno ripetuti gli errori del passato: gli Enti devono essere motivati e snelli, con una severa dieta dimagrante dei costi superflui ( il costo dei consigli di amministrazione deve essere stato uno dei motivi che ne ha determinato la cessazione). In aggiunta, si può anche pensare ad un'Agenzia regionale che li coordini tutti, realizzando sinergie ma anche promuovendo innovazione, facendo rete con altre realtà regionali di ricerca .. E per alleggerirle dei costi perché non si può ipotizzare che i Comuni su cui ricadono le Zir si facciano carico delle manutenzioni di strade e quant'altro, visto che incassano soldoni dalle imprese con i carichi tributari, senza sostenere alcun costo, Ma riforma vuol dire anche che la governance non deve essere affidata al politico di turno giusto per occupare un posto di potere od ad un funzionare regionale come occupazione di ripiego: una guida professionale è fondamentale.

E, nella nuova funzione, le Zir possono essere anche l'Ente economico che può attuare l'incubatore di impresa (con l'acquisto all'asta di qualche rustico industriale). Ritengo, ma solo a titolo esemplificativo, che il Consorzio Zir di Macomer, visto che è in corso l'accordo di programma per il rilancio di Tossilo ed il Consorzio Zir di Tempio, che guida un distretto industriale (quello del sughero) che è ancora florido ma che non deve esser trascurato, abbiano titolo per la revoca della determinazione di liquidazione ed una ripartenza, con una missione precisa, con una guida capace di fare promozione di nuovi insediamenti, farsi carico dello snellimento della burocrazia, creare o conservare i servizi alle imprese.

Sarebbe un passo non decisivo ma almeno importante verso la ripresa economica.

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