Si tratterà della centesima presentazione, a due anni esatti dalla prima presentazione, avvenuta il 16 dicembre del 2016, sempre a Cagliari. Organizza La Congregazione Mariana degli Artieri di San Michele. Introduce Gianni Agnesa, Presenta l’opera Giuseppe Melis. Letture di Giancarla Carboni. Conclude l’Autore Francesco Casula. Sarà presente l’Editore Paolo Cossu. Canzoni e musica di Andrea Porcu e Enrico Putzolu.
In questi due anni l’opera è stata presentata nelle principali città dell’Isola (Cagliari e Sassari, Nuoro e Oristano, Quartu, Assemini, Alghero e Carbonia) ma anche in decine e decine di paesi ad iniziare da Ollolai. E poi neal Medio Campidano e nel Sulcis come nell’Ogliastra e nella Baronia; nel Nuorese e nell’Oristanese come nel Sassarese e nella Gallura). A organizzare le presentazioni sono state Associazioni culturali, Pro Loco, Amministrazioni comunali (specie con gli Assessorati alla cultura), Biblioteche, Gruppi e Movimenti politici. Ma anche Cooperative agricole e turistiche. Fattorie didattiche, Rotary club e persino una Parrocchia. Il successo dell’opera (arrivata alla quinta edizione) dimostra il favore del pubblico e una nuova coscienza e consapevolezza dei sardi nel riappropriarsi della propria storia, per troppo tempo dimenticata e sconosciuta, per responsabilità soprattutto della scuola e dei testi scolastici, in cui la storia sarda semplicemente è stata azzerata. Il libro documenta in modo rigoroso la politica infausta dei Savoia, sia come sovrani del regno di Sardegna (1726-1861) che come re d’Italia (1861-1946). Il volume è rivolto in modo specifico agli studenti ma ha un carattere divulgativo per fare conoscere una storia – o meglio una controstoria – poco conosciuta, anche perché assente e/o mistificata dalla storia ufficiale. Pensiamo al Risorgimento e all’Unità d’Italia, presentati come espressione delle magnifiche e progressive sorti, dimenticando i drammi e le tragedie che comportarono, ad iniziare dalla “creazione” della Questione Meridionale ancora oggi più che mai presente. Per quanto riguarda specificamente la nostra Isola, la presenza dei sovrani sabaudi, con le loro funeste scelte (economiche, politiche, culturali) “ritardò lo sviluppo di quasi cinquant'anni, con conseguenze non ancora compiuta¬mente pagate”: a scriverlo è il più grande conoscitore della “Sardegna sabauda”, lo storico Girolamo Sotgiu. Gli storici, gli scrittori, gli intellettuali di cui si riportano valutazioni e giudizi nei confronti dei re sabaudi spesso sono filo monarchici e filo sabaudi (come Pietro Martini) e dunque non solo loro avversari (come Mazzini o Giovanni Maria Angioy) ma tutti convergono in un severissimo giudizio nei loro confronti, ma segnatamente nei confronti di Carlo Felice che fu il peggiore fra i sovrani sabaudi. Il libro vuole anche essere uno strumento di informazione nei confronti delle Comunità sarde e in specie dei Consigli comunali che decidessero di rivedere la toponomastica, ancora abbondantemente popolata dai Savoia, che campeggiano, omaggiati, in Statue, Piazze e Vie. A dispetto delle loro malefatte e persino “infamie” da loro commesse, una per tutte: le leggi razziali.