Faccio un appello ai consiglieri di maggioranza e di minoranza affinchè si attui l’unica misura possibile sulla questione del prezzo del latte. E cioè quella condivisa da tutti i soggetti del comparto: ammassare e ritirare il pecorino romano prodotto in eccesso dai trasformatori nella scorsa stagione con il pagamento del latte a ottanta centesimi al litro. Servono neanche trenta milioni di euro, nulla rispetto ai numeri del comparto: azione che avrebbe la funzione di costruire un patto tra trasformatori e pastori e di stabilizzare il mercato per almeno un triennio.
Dal punto di vista giuridico ci sono diverse soluzioni per metterla in pratica. E se la Regione non riesce a fare il suo dovere facendo intervenire come in passato la Sfirs, come misura estrema, potrebbe mettere i soldi regionali nel bando per gli indigenti che il Ministero promette da tempo. Anche questa misura è già stata sperimentata con successo.
Preciso, per i tecnici in malafede, che sono un Consigliere regionale schierato con chi munge il latte e fa impresa, a prescindere dai colori, e voterò a favore delle sole iniziative che risolvano il problema immediatamente, perché vivo nel mondo reale.