Ore e settimane convulse del dopo elezioni regionali. Assalti silenziosi e fragorosi alla diligenza. Pigliaru strattonato? Parrebbe di sì. Eppure le liste a Lui collegate sono risultate clamorosamente perdenti. La coalizione ha avuto il premio di maggioranza per i voti in solitaria del Prof., disgiunti o no. Quindi aspettiamo che esca dall’angolo, che dica con chiarezza la sua e che sia coerente con quel che dice. Giunta dei competenti, mancherebbe anche che non lo fossero!! Non sia l’alibi per tentare di tenere alla lontana gruppi e gruppetti che si sono aggrappati al suo polpaccio. Che vuol dire competenti? Un bidello alla Pubblica istruzione? Un custode di musei alla cultura? Un autista dell’ARST ai trasporti? Un infermiere o un medico alla sanità ? Un coltivatore di carciofi o un burocrate di Laore o Agris all’agricoltura? Dica, con la credibilità della sua faccia, che la Giunta sarà modellata sull’idea di Sardegna e di governo che egli ha e di cui si assume per intero la responsabilità . Sarebbe parlar chiaro in queste ore di opacità attendista. D’altronde quali sono i poteri del presidente? Due, secondo la riforma costituzionale; il primo la nomina degli assessori, il secondo lo scioglimento del consiglio. Utilizzi bene il primo per evitare di arrivare presto al secondo. Il Presidente non ha altri poteri concreti. La legge N° 1 /77 disciplina ancora le procedure delle decisioni del governo regionale; al presidente rimane esclusivamente quello di rappresentare la collegialità della giunta, non può neanche spostare un posacenere da un tavolo all’altro. Le delibere si approvano, non su sua proposta, ma su quella dell’assessore competente. Si legifera attraverso i DdL della giunta o attraverso le PdL di iniziativa consiliare; la finanziaria è generalmente un vagone merci dove ci si infila di tutto. Possono, DdL e PdL, andare avanti solo se c’è volontà e coesione dei consiglieri, visione comune, generosità , consapevolezza aggregante. Più sogno che realtà . Utilizzi il Prof. Presidente la potestà che oggi gli assegna lo Statuto; la utilizzi per intero dandoci la certezza che la palude è alle spalle, che il passo è un altro, che il Governo della Sardegna ha la sua faccia e non è un caleidoscopio scolorito di pratiche antiche. Insomma un Governatore non un re tentenna.