Nella scuola si costruisce il futuro di un paese. Si costruisce il futuro dell'Italia. Da sempre sostengo con forza questa linea. Purtroppo quasi sempre ignorata dalle azioni e dai programmi dei governi centrali e periferici.
Mi fa enormemente piacere perciò che il nuovo presidente della Sardegna Francesco Pigliaru ponga i problemi della scuola al centro del suo nuovo programma di governo, in cui è previsto un piano straordinario di 100 milioni per interventi urgenti sull'edilizia scolastica e per bloccare la dispersione scolastica che con il 27% ha raggiunto dei livelli non più sopportabili che pone la Sardegna all'ultimo posto tra le regioni d'Italia. Segno di un profondo sottosviluppo e di una crisi che ha raggiunto ormai dei livelli a dir poco drammatici.
Ieri il nuovo Presidente del Consiglio Matteo Renzi ha inserito la scuola e l'edilizia scolastica in particolare al centro del suo discorso programmatico e ha annunciato importanti investimenti (si parla di alcuni miliardi) per garantire l'agibilità e la sicurezza delle nostre scuole ormai al limite del degrado e di una sempre più diffusa fatiscenza. "Non è credibile un paese che non mette in cantiere una gigantesca battaglia perché la stabilità degli edifici scolastici sia più importante dei conti finanziari e del patto di stabilità . La questione scuola è strettamente collegata alla ripresa economica."
Renzi e Pigliaru. Unico messaggio: la scuola innanzitutto. Prioritario investire nell'edilizia scolastica, per dare strutture moderne agli otto milioni di studenti, per far crescere il Paese. Per porre l'Italia al passo dei paesi più evoluti. Non voglio sembrare di parte quando affermo che queste sono proposte rivoluzionarie, anche se possono sembrare proposte quasi dovute e banali. Le condizioni delle strutture scolastiche sono strettamente legate alla qualità della scuola in senso generale, alla qualità dell'apprendimento e dell'istruzione, al clima generale che si crea attorno all'intero sistema scuola. Un edificio moderno e funzionale, che integra spazi e modelli di apprendimento, è lo specchio di una scuola che funziona, di una scuola di qualità , che stimola il lavoro degli insegnanti e l'impegno degli studenti. E' lo specchio di una società che cresce, di una società dinamica, sviluppata.
L'Italia attraversa oggi la crisi più grave della sua storia. Lo confermano tutti i dati economici e sociali. Ma perché è così grave rispetto a quella di altri paesi come la Germania, l'Olanda o la Gran Bretagna? Perché negli ultimi decenni l'Italia ha ridotto gli investimenti nelle politiche formative e nella scuola mentre l'Europa li ha incrementati del trenta per cento. Da qui il giudizio positivo, e quindi non banale, sugli interventi "annunciati " da Renzi e da Pigliaru. Certo dobbiamo aspettare i risultati e l'applicazione operativa degli annunci e delle proposte.