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Nessuna modifica alla circoscrizione per le Europee. Nuova sconfitta della Sardegna

Nuova sconfitta della Sardegna

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Qualche settimana fa l'Associazione Nino Carrus ha promosso nel suo blog (www.ninocarrus.it) una petizione per "consentire alla Sardegna e ai sardi di avere propri rappresentati nel Parlamento Europeo che verrà eletto il 25 maggio prossimo. Molte le adesioni, oltre 1500, tra cui tanti politici, sindaci e amministratori locali, rappresentanti del mondo della scuola e dell'economia, semplici cittadini.

La petizione è stata ripresa e diffusa ne vari siti di informazione e nella stampa locale. Alcuni parlamentari sardi hanno confermato la volontà l'impegno a sostenere la richiesta contenuta nella petizione. Insomma, un grande successo di partecipazione che purtroppo non è servito a tradurre tutto questo movimento in un apposito strumento legislativo.

Conclusione: la Sardegna non avrà un suo collegio per le elezioni europee e continuerà a fare la ruota di scorta della Sicilia, continuerà ad essere il protettorato dei siciliani. Qualche giorno fa il Senato ha respinto tre emendamenti presentati da Roberto Cotti ( M5S) Silvio Lai (Pd) e Mauro Mario (Scelta civica). Ufficialmente la ragione è che le proposte di modifica erano scollegate con il disegno di legge in discussione per la "promozione dell'equilibrio di genere alle elezioni del Parlamento europeo." In realtà i senatori sardi, pur compatti nel voto a favore, non hanno convinto i rispettivi partiti a schierarsi a sostegno degli emendamenti per l'istituzione del collegio – Sardegna. Il Partito democratico, Forza Italia e Nuovo Centro destra hanno votato contro, mentre hanno espresso parere favorevole i rappresentanti di Sel, 5 stelle e Scelta civica. A parziale consolazione, molto magra a dir la verità, c'è stata l'approvazione dell'ordine del giorno presentato da Roberto Calderoni della Lega Nord che "impegna la commissione Affari costituzionali a modificare le circoscrizioni e l'assegnazione dei seggi a partire dal 2019". Come per dire: un ordine del giorno non si nega a nessuno; era successo anche nel 2005 – 2009 e successivi. E i risultati si sono visti.

Abbiamo voluto riportare questi riferimenti per individuare i responsabili di questa ulteriore umiliazione condotta contro un intero popolo a cui viene negato il diritto sacrosanto ad essere rappresentato nel Parlamento europeo. La maggioranza dei senatori ha votato un atto discriminatorio nei confronti di una comunità di un milione e seicento mila persone a cui viene riconosciuto lo status di minoranza linguistica in virtù di leggi nazionali e internazionali. Molto severi e pungenti le dichiarazioni rilasciate da parlamentari e politici sardi. Riportiamo quella di Giovanni Colli Segretario del Psd'az "E' giunta l'ora che la Sardegna si ribelli a queste palesi ingiustizie. Chiedo ai parlamentari sardi di essere capaci finalmente ad azioni dure di rottura con i loro partiti per acquisire ora a mai più quella minima capacità contrattuale necessaria per difendere a Roma i diritti della Sardegna."

Intanto si sviluppa in Sardegna, su facebook e su vari social network , una intensa campagna "No Sardegna? No voto! Boicottaggio delle elezioni europee." E siamo solo agli inizi. Nel Veneto oltre due milioni hanno votato si al referendum on line per l'indipendenza del Veneto dall'Italia. Sicuramente un voto senza valore giuridico, ma di grande significato politico. I due fatti su - "No Sardegna" e "Si Repubblica veneta" debbono far riflettere il Governo centrale e tutte le forze politiche.
 

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