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Una proposta di legge nazionale per scrivere una nuova autonomia sarda

redazione
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La madre di tutte le battaglie: la Sardegna Comunità Autonoma con un ordinamento deciso dai sardi con referendum. Questa è la sintesi della proposta di legge nazionale depositata ieri dai Consiglieri regionali della Base Efisio Arbau, Gaetano Ledda e Michele Azara.

Avvalendosi del combinato disposto dell'art. 121 della Costituzione e dell'art. 51 dello Statuto di Autonomia, la proposta di legge propone un nuovo patto costituzionale allo Stato italiano.

"L'adesione alla Repubblica italiana della nostra comunità non è in discussione – precisano i tre consiglieri - ma è arrivato il momento di superare una anacronistica ed inapplicabile Specialità. Un misto di privilegi e di burocrazia che sta lentamente uccidendo la Sardegna ed obbligando lo Stato ad assistere una regione incapace di trovare la propria via".

La proposta di modifica dell'art. 114 della Costituzione avanza una nuova idea di governo della Sardegna. Un nuovo ordine. Un governo autonomo, maturo e persino responsabile.

Una responsabilità che viene sempre meno, sopraffatta da un vittimismo anti-romano patetico ed inconcludente, schiacciato tra la propria incapacità e l'oggettiva visione neo-centralistica dello Stato italiano.

"Il nuovo ordine – sottolinea Efisio Arbau - è la via per assumersi responsabilità, in particolare quella pesantissima del futuro della nostra comunità. La proposta lascia ai sardi ed al proprio parlamento la decisione di quale autonomia intendono assumersi. Un pagina bianca nella quale disegnare il nostro ordinamento e quindi i rapporti con lo Stato centrale".

Non è una novità. La Base, il movimento a cui aderiscono i tre presentatori, è per un sistema fiscale sardo che ci obblighi ad organizzarci con i nostri soldi. Una libertà costosa che ci liberi definitivamente dalla imposizioni di una sistema fiscale inadeguato ad una economia come la nostra ma che allo stesso tempo ci obblighi a rivedere una macchina burocratica pubblica mastodontica, costosa ed inefficiente.

Un nuovo ordine che si regge in autonomia lasciando alla Repubblica la gestione delle questioni monetarie (più di livello europeo), della difesa, del sistema giudiziario e dell'ordine pubblico. Si ragionerà poi del sistema previdenziale ma questi sono aspetti successivi che è inutile affrontare.

"Il testo della proposta – precisa Arbau - come tutte le grandi rivoluzioni, è banale: introduce la figura istituzionale della Comunità autonoma della Sardegna per dare al Consiglio del nuovo soggetto il compito di disegnarne l'ordinamento, con conferma popolare tramite referendum".

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