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Ovodda. Una famiglia in campo.

Padre e figlio accomunati da un'unica passione.

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Ovodda. Mancavano 5’ minuti alla fine di Macomer – Ovodda quando Paolo Onida, mister dei barbaricini, ha chiesto un cambio. Ordinaria amministrazione, non per la famiglia Frongia, che non dimenticheranno facilmente quell’85 minuto del 21 aprile 2013. In campo, infatti, entra Samuele Frongia, 16 anni a maggio, che va a sistemarsi a centrocampo al fianco di un altro Frongia, Marco suo padre, che di primavere ne ha 42. “E’ stata una emozione indescrivibile. Troppo bello – racconta babbo Marco – maggiore perché è stata una sorpresa, non era programmata insomma. Non era venuta neppure mia moglie perché pensavamo che il mister non facesse esordire Samuele”. Se non è un record poco ci manca, babbo e figlio in campo insieme. “Quando Samuele ha varcato la linea ed è entrato in campo mi sono rivisto. Sono tornato indietro di 24 anni. Anch’io ho esordito con la prima squadra con l’Ovodda, in Prima categoria a 16 anni”.  Anche domenica contro l’Arborea, padre e figlio hanno giocato assieme per più di un tempo perchè erano tra gli 11 titolari. Con Marco nella doppia veste di padre-giocatore: “Bhè è un ruolo a cui sono abituato ormai. Gioco con calciatori che hanno 15 – 20 anni in meno di me, anche il nostro allenatore Onida è più giovane di 7 anni. E’ normale dare dei consigli ed essere un punto di riferimento per gli altri. Infatti mi chiamano il mister. Ma in campo l’età non si nota. Gioca e corre come un ragazzino ed è un titolare inamovibile anche per una squadra come l’Ovodda dove i giocatori sicuri del posto sono veramente pochi. “Il segreto? La passione. Mi aiuta tanto. E il lavoro. Mi sono sempre allenato con costanza, difficilmente ne salto uno. Adesso ancora meno, perché più vai avanti con gli anni e più ti devi allenare. Ma non mi pesa, perché ripeto lo faccio con entusiasmo e passione. E poi sono un tipo a cui piace stare con la gente, con gli amici”. Il centrocampista è tornato nella squadra del suo paese quest’anno, dopo 7 anni fuori. 4 a Orani e 3 a Ollolai in Seconda categoria. “Sono state esperienza bellissime, mi sono trovato molto bene in entrambi i paesi”. A Ovodda ha disputato 19 campionati, arrivando a giocare anche in Promozione. “Ho ritrovato un gruppo unito e numeroso. sempre tutti presenti agli allenamenti. Altro punto di forza è la presenza di tantissimi giovani ovoddesi. Questo è fondamentale per il bene del paese e per la squadra. In tempi di crisi come i nostri avere giocatori giovani locali è fondamentale, ti consentono di andare avanti”. Sul campionato appena terminato Marco Frongia esprime un giudizio positivo. “Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo, la salvezza, con tranquillità, senza troppe ansie”. Nonostante i 42 anni, di smettere non ci pensa proprio. E infatti quando gli chiedi se gli piacerebbe continuare a stare nel mondo del calcio risponde tranquillo: “Non ci ho ancora pensato, adesso voglio continuare a giocare”. Magari anche con l’altro figlio Luca, 13 anni che gioca con gli esordienti: “Mai dire mai” risponde lui “ripeto, la voglia c’è e il fisico sta bene”.

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