Otto americane contro sei europee, ma il margine è più ampio se si pensa che al via il Vecchio Continente contava la rappresentanza maggiore, ben 13 team. Sono già tornate a casa Spagna Italia Portogallo e Inghilterra ma anche Croazia Russia e Bosnia. E L’africa riesce a piazzare Nigeria e Algeria, con il Ghana che si mangia le mani per la qualificazione sfumata nel recupero con la Grecia.
Il Mondiale in Brasile dice chiaramente che la geografia del calcio mondiale non segue necessariamente le gerarchie economiche, e che i principali campionati europei stanno di fatto svuotando i paesi di talenti nazionali. Anche colpa di una demografia in recessione e non è un caso che le nazionali che vanno avanti sono quelle che vantano un alto numero di figli di immigrati, è il caso della Germania di Ozil, Boateng o Klose, ma anche dell’Olanda della Francia e del Belgio.
In un calcio sempre più livellato su scala mondiale dove Iran riesce a bloccare per 90 minuti il giocatore più forte del Mondo, Messi, a fare la differenza sono quindi altri fattori, la capacità di lavorare a temperature tropicali, la voglia di emergere che per molti giocatori sconosciuti arriva solo ogni 4 anni.
Ma un aspetto da rimarcare in Brasile è anche la gioia del tifo, spensierato, colorato, autentico, di persone che magari non hanno mai acquistato una tessera del tifoso ma continuano a credere nel calcio come motivo di aggregazione e non come valvola di istinti violenti. Il calore e gli alti numeri degli stadi non cancellano di certo i problemi del Brasile, ma almeno mostrano i bambini che esultano per un gol e possono farlo tranquillamente seduti in tribuna.
Il Brasile si affida a Neymar, l’Argentina a Messi, ma ci sono anche grandi squadre come Francia e Olanda che non hanno un'unica stella, e puntano sul collettivo la propria forza. I giovani di Belgio e Colombia hanno confermato le attese, quelli algerini e del Costarica hanno scritto una pagina di storia. Cile, Grecia, Uruguay e Svizzera hanno già vinto il loro mondiale qualificandosi.
Ora può succedere di tutto, partita secca, chi sbaglia esce, un episodio, un fischio possono decidere le sorti di una nazione, l'importante è che al fischio finale si riparte daccapo.
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