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OLZAI. Ricettività turistica al “punto zero”: chiuso il b&b I LIMONI, l'unico alloggio del paese

Olzai - maglia nera in Barbagia per servizi di accoglienza turistica - rimane fuori dal mercato globale delle vacanze e dal business internazionale dei viaggi on line

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OLZAI. Dopo sei anni di attività, ha chiuso il bed and breakfast I Limoni di Barbara Azuni e ora, a Olzai, non esiste neanche un posto letto autorizzato per l'alloggio di turisti.

Eppure in questo paese della Barbagia non mancano gli spazi da riconvertire in strutture di accoglienza. Decine di fabbricati chiusi con migliaia di metri cubi inutilizzati. Una parte, quelli potenzialmente recuperabili in piccole strutture ricettive extra alberghiere, attraverso un sistema di accoglienza diffuso da condividere con la comunità paesana.

Invece, di anno in anno, nell'area urbana di Olzai aumentano gli edifici abbandonati dai proprietari.

Spariti da alcuni decenni anche gli antichi mestieri e le botteghe artigiane, nel centro storico si espandono i rioni fantasma e nei ruderi trovano accoglienza roditori, volatili e parassiti di ogni specie.

Difficile acquistare questi immobili diroccati, anche per i loro prezzi di vendita ingiustificatamente elevati. In altri casi, i costi burocratici sono così esorbitanti da superare il reale valore monetario dell'area edificabile o dell'annesso fabbricato da ristrutturare.

Anche per questi motivi, il mercato immobiliare locale è bloccato. Tanto è vero che, nell'anno solare 2016, l’Agenzia delle entrate aveva inserito Olzai fra i 29 comuni sardi senza atti di compravendita, come riportato dal quotidiano La Nuova Sardegna del 4 giugno 2017 - LINK.

Oltrettutto, il paese continua a perdere attività economiche, servizi di pubblica utilità e punti di aggregazione collettiva. Persino nel vicinato di San Giovanni, dove un tempo operava l'Istituto Mesina dei Fratelli delle Scuole Cristiane e, fino al 1990, anche l'affittacamere-locanda “da Giuditta”.

In poco più di un anno, intorno alla chiesa parrochiale ha chiuso la filiale del Banco di Sardegna, poi l'ultracentenario Asilo infantile San Vincenzo insieme alla Congregazione delle Figlie della Carità e ora anche il b&b I Limoni.

Barbara Azuni: «Pochi turisti, assenza di servizi di ristorazione collegati e nessuna agevolazione per i b&b dei paesi rurali»

In un grazioso edificio all'incrocio della via Cavour con le vie di San Giovanni e Canonico Salvatore Fancello, nel febbraio del 2012 Barbara Azuni aveva aperto il primo bed and breakfast ufficiale di Olzai, mettendo a disposizione dei turisti sei posti letto suddivisi in tre camere complete di servizi igienici e riscaldamento, una cucina con saletta attrezzata per le colazioni e un giardino confinante con il complesso edilizio dell'ex Istituto Mesina.

«Nell'ultimo biennio – riferisce l'ormai ex titolare del b&b I Limoniil numero dei pernottamenti è calato sensibilmente, anche per l'assenza in paese di servizi turistici collegati, come la ristorazione. Nel 2018, non si è visto un cliente, come ho segnalato in municipio.

Fatti due conti, gli introiti saltuari non garantiscono neanche la copertura dei costi fissi di gestione e delle utenze domestiche. Nei mesi invernali, ancora peggio, con le onerose spese di riscaldamento.

Se poi consideriamo il costo di un’assicurazione per la responsabilità civile (obbligatoria dal 2017), un minimo di manutenzione dei locali, degli impianti o degli arredi la perdita economica è superiore.

Purtroppo, non esiste alcuna agevolazione per i b&b che operano nei piccoli comuni rurali e lontani dalle più frequentate località balneari dell'isola.

E poi la burocrazia. Tre anni fa – conclude Barbara Azuni ho dovuto scrivere all’assessore regionale al turismo, per contestare una pretesa di pagamento del canone speciale RAI da parte della Siae. Senza dimenticare, anche per i b&b, l’obbligo dell’iscrizione al servizio “alloggiatiweb” della Polizia di Stato».

E proprio in segno di protesta contro la Siae e dopo neanche tre anni di attività, a Olzai avevano chiuso gli altri due bed and breakfast, come riportato da LaBarbagia.Net nei servizi del 23 aprile e 14 maggio 2015.

Barbara Azuni oltre ad aver sollevato la protesta a livello regionale contro la Siae – aveva deciso di proseguire l'attività di alloggio e prima colazione. Ma lo scorso mese di ottobre, ha deciso di chiudere definitivamente i battenti del suo b&b I Limoni.

Le carenze nel settore della ristorazione: nell'abitato di Olzai non esiste neanche una trattoria

Se a Olzai il settore degli alloggi per turisti è scivolato nel 2018 al “punto zero”, non sta meglio quello della ristorazione.

Fino a qualche anno fa, nell'agro di Olzai funzionavano due agriturismi: S’Elulargiu e Su Pinnettu. Il primo, è stato ormai convertito in centro di accoglienza profughi. Il secondo, pur avendo raggiunto in passato dei periodi di splendore, non ha mai garantito un servizio di ristorazione continuativo e si auspicano miglioramenti dalla nuova gestione, avviata qualche settimana fa da un giovane imprenditore agricolo.

È pur vero che nella strada principale del paese (la via Taloro) funziona la pizzeria del Bar Gardenia, ma prevalentemente il fine settimana e durante le festività. Nei giorni feriali, impossibile trovare un pasto caldo.

Durante le giornate e gli orari di chiusura dei due negozi di alimentari di Olzai, i turisti di passaggio (comprese le numerose carovane di motociclisti) non riescono a sfamarsi neanche con un panino.

A parte il weekend di Autunno in Barbagia – quando i punti di ristoro occasionali superano ormai il numero delle autentiche cortes e domos antigas – succede che una buona parte dei forestieri che arrivano appositamente a Olzai per visitare il Museo Floris o “Su mulinu vetzu”, una volta conclusa l'escursione si trasferiscono immediatamente nei ristoranti di Ottana, oppure di Gavoi o Teti, senza lasciare un euro nelle tasche degli olzaesi, ma solo il prezzo del biglietto di ingresso alle due splendide realtà museali.

Olzai: un paese fuori dal mercato globale delle vacanze e dal business internazionale dei viaggi on line

I dati dell'anno 2017, pubblicati lo scorso mese di maggio dall'Osservatorio regionale del turismo, raccontano della presenza di oltre un milione e quattrocentomila turisti nella sola provincia di Nuoro, alloggiati in 553 strutture ricettive (di cui 257 b&b), con quasi ventimila posti letto ripartiti in più di ottomila camere.

Nel sito internet (LINK) impossibile trovare un dato ufficiale riferito alle presenze turistiche registrate nel territorio di Olzai.

E così, sempre più frequentemente, alla cronica carenza di servizi essenziali di alloggio e ristorazione si rimedia con la tradizionale ospitalità barbaricina.

Purtroppo, con l'ammirevole generosità degli olzaesi non si creano attività economiche e non si produce reddito all'interno del territorio comunale.

Inutile illudersi. Senza alloggi e adeguati servizi di ristorazione, registrati e riconosciuti dalle autorità amministrative, non si va da nessuna parte.

Infatti, per Olzai è del tutto evidente l'impossibilità di partecipare alle più importanti borse o fiere del turismo regionali e nazionali. Oppure intercettare importanti flussi turistici attraverso agenzie di viaggio qualificate e intermediari professionisti del mondo delle vacanze, soprattutto nel settore del turismo culturale abbinato all'enogastronomia, sempre più fiorente ma molto esigente e competitivo.

Nonostante un paesaggio da favola, un clima mite anche durante la stagione invernale, la presenza di importanti beni identitari e attrattori turistici (come i retabli e le chiese di epoca medioevale; il mulino idraulico dell'Ottocento, rimesso in funzione dal Comune nel 2004, insieme al monumentale arginamento nel rio Bisine del 1926; la settecentesca abitazione con lo studio del pittore Carmelo Floris diventata museo comunale nel 2003), oltre ad alcune eccellenze agroalimentari nel settore casaeario e due ottimi laboratori di pasta fresca e dolci tipici, questo caratteristico paese della Barbagia rimane tagliato fuori anche dal business internazionale dei viaggi on line.

Navigando in internet, è facile scoprire che per il metamotore di ricerca www.trivago.it la località Olzai addirittura non esiste!...

Ricerca negativa anche nel portale specializzato www.expedia.it (considerata la più grande agenzia di viaggi al mondo) dove, aprendo il link “hotel”, si possono scegliere comodamente 44 strutture ricettive del centro Sardegna, ma è impossibile prenotare una sistemazione nell'ambito del territorio comunale di Olzai.

Anche il sito www.booking.com (sezione “alloggi”) propone 120 strutture, ma tutte “fuori Olzai”.

Ricettività turistica a Olzai: il confronto con gli altri paesi della Barbagia

Nel 2012, l'Ammininistrazione comunale di Olzai aveva messo a disposizione 20 mila euro di contributi “de minimis” per finanziarie l'apertura di una attività di ristorazione (LINK). Risultato del bando? Neanche una domanda da parte dei residenti.

Ben diversa la situazione nel virtuoso comune di Ollolai dove – senza alcun contributo pubblico – un privato ha aperto quest'anno un b&b, in un fabbricato acquistato attraverso il geniale progetto “Case a 1 euro” (LINK).

In qualsiasi caso, i numeri rispecchiano l'enorme criticità nel settore dell'accoglienza turistica olzaese, soprattutto se paragonati ai dati degli altri paesi del circondario.

Sul punto, è sufficiente consultare on line il Registro regionale delle strutture ricettive extra-alberghiere istituito con la Legge Regionale n. 16 del 2017 insieme all'Albo regionale della multifunzionalità delle aziende agricole e ittiche (sezione agriturismi) per verificare la situazione degli altri piccoli comuni della Barbagia, molto simili per cultura e tradizioni a Olzai e anche loro attanagliati dal fenomeno dello spopolamento, ma sicuramente più attivi nel settore dell'imprenditorialità turistica.

Senza neanche evidenziare tutti i progressi raggiunti negli ultimi tempi nel settore turistico dalle comunità di Fonni, Orgosolo, Gavoi e Mamoiada, ecco i risultati di una rapida indagine limitata a sei paesi limitrofi o del circondario di Olzai (875 residenti al 31 dicembre 2017).

SARULE (1.679 abitanti) ha i suoi tre b&b (La Taverna del Gufo, Francesca Pira e La Collina dei Ciliegi), un affittacamere (Antonella Amato) e due agriturismi.

A OLLOLAI (1.283 abitanti) funzionano sette b&b (Su Rivu Mannu, Su Vraile, Su Lettu S'Ismurzu, Mavi, S'Istradone, La Peonia e Sant'Antonio) e due agriturismi.

Ben quattro paesi, con una popolazione inferiore a quella olzaese, sono in grado di offrire servizi turistici essenziali.

Nel comune di AUSTIS (810 abitanti) funzionano due b&b (Kikina e G&E) e tre agriturismi.

A TETI (670 abitanti) lavorano quattro b&b (Alice, Teteleuni, Jana e Mulare), un affittacamere (Funtanedda) e tre agriturismi.

A TIANA (487 abitanti), risultano aperti sei b&B (Meddie, Su Riu 'e Funtana, Sa Murichessa, Su Mendulau, Sa Pira Lochesa, Su Cortzu).

Con due b&b (Sa Vinza e Nuraghe), persino LODINE – il comune più piccolo della provincia di Nuoro con appena 331 abitanti – supera Olzai nel settore dell'accoglienza di vacanzieri.

È del tutto evidente che la carenza di servizi di ricettività turistica è un'anomalia tutta olzaese, non riconducibile – prioritariamente – al diffuso calo demografico dei centri rurali della Barbagia ma, bensì, ad altri fattori e ostacoli che condizionano negativamente il progresso socio economico della comunità.

Almeno per quanto riguarda il problema della carenza di strutture ricettive e il conseguente numero limitato delle presenze turistiche a Olzai, l'alibi dello «spopolamento» non regge più.

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