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NUORO. L'Hospice fermo da due anni: la denuncia dell'associazione Kairos

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L’associazione “Kairos insieme per l’Hospice“ a malincuore si trova nella necessità morale di denunciare all’opinione pubblica, soprattutto per rispetto  degli innumerevoli benefattori, che l’entrata in funzione della Foresteria Hospice nell’ospedale Zonchello di Nuoro è da troppo tempo bloccata e, soprattutto, non si intravede nei fatti e sembrerebbe anche nelle intenzioni una definizione anche perché ci risulta che  parte dei locali già arredati dalla Kairos e pronti all’uso da quasi due anni, sono stati svuotati e dati in uso al gruppo di medici dell’USCA (le  Unità speciali di continuità assistenziale istituite per affrontare l’emergenza Covid-19) che necessitano di fatto di una stanza lontana da soggetti fragili quali sono invece i pazienti dell’Hospice.

Resta quindi pura teoria il convincimento che, come stabilisce la stessa normativa in materia di cure palliative, il paziente Hospice e la sua famiglia debbano essere accompagnati nel faticoso percorso di fine vita, che ha spinto la Kairos, tanti donatori e una dirigenza Asl sensibile e collaborativa a destinare all’accoglienza di familiari e pazienti uno stabile adiacente al reparto Hospice. I locali sono stati ristrutturati e arredati: Con fondi di parte pubblica e privata sono state allestite sei camere da letto con bagno, una sala da pranzo, una cucina, una lavanderia attrezzata, una sala giochi e un soggiorno. Lavori seguiti costantemente dall’associazione e dal Direttore dell’Hospice, ultimati a dicembre 2018. Per un anno, a struttura agibile non si è provveduto alla sua assegnazione.  A dicembre 2019 la dottoressa Grazia Cattina, Direttore d’area  Assl di Nuoro, competente a definire la questione, ha chiesto e ottenuto la collaborazione del dipartimento acquisti che a febbraio 2020, dopo diversi incontri con l’associazione, ha proposto alla direzione generale ATS e alla direzione d’area la bozza di convenzione che prevedeva l’affidamento della gestione della Foresteria  all’Associazione Kairos che si impegnava a prestare la propria attività gratuitamente e a garantire l’ospitalità assolutamente gratuita.

La possibilità di garantire a malati e parenti un ambiente familiare dove vivere le ultime ore di vita sembrava questione di giorni. Invece la dottoressa Grazia Cattina riteneva che l’ospitalità dei familiari e dei pazienti stessi non si potesse configurare come LEA (livelli essenziali di assistenza) e quindi i termini della convenzione andavano rivisti nei tempi e nei contenuti ponendo in particolare le utenze e le quote della manutenzione ordinaria e straordinaria della struttura a carico dell’associazione. Con un costo insostenibile per un servizio offerto gratuitamente e con assoluto spirito volontaristico.

A questo punto chiediamo alla dottoressa Cattina perché si sono spesi tanti soldi se non vi era intenzione di offrire il servizio di foresteria? ATS vuole di fare impresa facendo pagare il servizio di ospitalità a dispregio della particolare situazione dei pazienti e familiari di cui parliamo? In che momento e per volontà di chi una data attività si sveste della qualifica di LEA?

Ci chiediamo inoltre chi si nasconde dietro un parere legale richiesto sei mesi fa e non ancora reso? Come non riusciamo a trovare una risposta su come giustificare questo ritardo anche con i privati che hanno donato i propri soldi perché venissero utilizzati per questa specifica finalità-

Avremmo tanti altri interrogativi da proporre, ma per ora ci accontenteremo di avere almeno queste risposte anche perché ci rimane la speranza che sia tutto un grosso fraintendimento e, quindi, senza ulteriori lungaggini si possa garantire gratuitamente il servizio per cui tanto già è stato dato con esclusivo vantaggio dei pazienti dell’Hospice e dei loro familiari.

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