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Ovodda. Un paese in miniatura per ricordare il passato

Lo ha realizzato Antonio Soru appassionato delle tradizioni e usanze del passato.

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“E’ inutile avere tre lauree quando non si conoscono le proprie radici”. Antonio Soru lo ripete più volte nel suo piccolo villaggio a sa Terrarba, dove ogni mattina si ritira per ricostruire un pezzo del passato. Ovoddese di 68 anni, in pensione dopo aver lavorato per quarant’anni all’Arst (“ma non ho mai abbandonato la campagna”) ora si dedica alla sua passione: non dimenticare le usanze, le tradizioni e i ritmi del passato. Una volta che si varca il cancello del suo terreno sembra di tornare indietro nel tempo. Soru, infatti, piano piano sta ricostruendo la Sardegna di una volta. C’è su pinnettu, la casetta con la grondaia e l’inferriata in legno e, il fiore all’occhiello: il borgo in miniatura. Un paese vero e proprio: con case, acqua, legna, animali e gli antichi mestieri. “Ci lavoro dal 2008 – spiega il barbaricino – la notte penso ad una casa o ad un antico mestiere dimenticato e la mattina lo realizzo”. Il suo scopo è quello di strappare all’oblio un mondo, quello barbaricino, per riconsegnarlo ai giovani. “Secondo me è importante -  continua – alcuni mi dicono che sto perdendo tempo, io, invece, penso che si debbano ricordare le usanze di un tempo. E’ importante, insomma, conoscere come vivevano i nostri nonni”. Nel borgo in miniatura (“la notte sembra un paese dell’interno disabitato”) c’è tutto questo: la gualchiera, il mulino, la miniera, il pastore, i tenores e sono riprese anche alcune tradizioni. Le case sono complete, sembrano vere: con le scale in pietra, e addirittura la provvista della legna. E tutto funziona. “Vengono a visitarmi da ogni parte d’Europa, qualche volta anche studenti universitari. A breve – dice poi – costituiremo una associazione, a cui tutti possono partecipare: lo scopo è continuare e migliorare questo mio lavoro”.

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