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Sant' Antoni, una festa barbaricina che accomuna tutti i paesi.

I falò nelle piazze e la magia del carnevale.

Redazione
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Si festeggia giovedì  Sant’Antonio Abate. Meglio conosciuto come “Sant’Antoni ‘e su ‘ocu”, il Santo del fuoco. La festa a dire il vero è il giorno dei vespri, domani. Quando in tutti i paesi della Barbagia verranno accesi i fuochi. La tradizione è simile nei diversi paesi, cambia poco. Il fuoco di San’Antonio da anche il via al carnevale. In un sincretismo religioso unico dove s’incontrano paganesimo e cristianesimo. Festa ancestrale ricca di misteri e riti propiziatori, luogo magico e ribelle dove è palpabile la profonda fede cristiana e la magia di riti di una Sardegna antichissima.  La festa prevede la Messa e la successiva processione e benedizione, con tre giri dei fedeli intorno al fuoco. Con l’accensione del grande falò si da il via ai festeggiamenti civili.


A Fonni la festa è organizzata dal priore. Quest’anno sono i cinquantenni. Il fuoco come da tradizione si farà in piazza santa Croce. Dopo il rito religioso si invita alla popolazione il dolce pane ‘e sapa.
Lodine. Anche qui l’organizzazione è affidata ad un priore, che può contare ogni anno nell’aiuto del comitato e di volontari. Dopo la benedizione del fuoco in piazza Sant’Antonio, sarà offerto su “co’one de Sant’Antoni” a tutte le famiglie. Dopo, tutti nel salone Frigiolini per la cena.
A Ovodda la catasta della legna è già pronta  da oggi in piazza San Giorgio grazie alla Pro loco. Domani pane e sapa per tutti e poi cena a base di maiale arrosto.
Gavoi.  Contrariamente alla tradizione in piazza Sant’Antonio la legna è già pronta da oggi perché domani, tempo permettendo, è previsto il mercato. Dopo la messa nella chiesa di San Gavino ci si sposta in piazza per la benedizione e l’invito a base di co’one un sapa. A seguire la cena. Il tutto grazie al comitato degli Antonio. Domani si aprono anche i festeggiamenti per il Carnevale, che sarà inaugurato a fine serata con la prima uscita di alcuni tamburini.
Ollolai. Da una quindicina d’anni è organizzata da un priore. Quest’anno tocca a Maurizio Bussu e la moglie Caterina Bussu. Pure in questo caso il priore offre pistiddu e cena per tutti in piazza Sant’Antonio dove viene celebrata la messa.
Olzai. Tradizione un po’ diversa dai paesi fin qui visti. Qui si accendono, infatti, diversi fuochi da parte di comitati spontanei del vicinato. Il dolce tipico è su co’one un sapa.
Sarule. Il fuoco principale si trova in piazza San Michele preparato dai priori Matteo Pirisi e Michele Pinna che inviteranno la popolazione e offriranno la cena nel sottopalestra. Ma ci saranno anche altri due fuochi nei rioni Caputi e Filiseo. Oltre a quelli dei bambini che a fine serata la Pro loco premierà.
Orani. La pro loco qui si occupa del fuoco più importante in piazza Su Rosariu antistante la Chiesa dove viene celebrata la messa. Dopo l’invito a tutti di “su pistiddu”, l’associazione preparerà la cena a base di “ava e lardu”. Altri fuochi saranno presenti nei diversi rioni.
Oniferi. Sant’Antonio coincide con la prima uscita della maschera de su Maimone. I fuochi negli ultimi anni sono aumentati. Dai tradizionali 3 – 4 si è passati ai sette dello scorso anno. Questo grazie alla competizione nata con il palio dei vicinati degli asinelli.

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