OLZAI. Continua la battaglia di Giuseppe Corongiu, direttore del servizio lingua sarda della Regione, in difesa della nostra lingua.
Dell’argomento se ne è parlato sabato a Olzai proprio con Corongiu in occasione della presentazione del suo ultimo libro, Il sardo una lingua normale, grazie alla biblioteca comunale.
Nell’occasione il direttore, sollecitato dalle domande di alcuni operatori dello sportello linguistico (Agostino Sanna, Valentina Schirru e Giorgio Rusta) e da Mariantonietta Piga, direttrice dell’ufficio lingua sarda della provincia di Nuoro, ha avuto la possibilità di spiegare a grandi linee alcuni concetti chiave riportati nel libro.
“In Sardegna – secondo Corongiu - si parla sempre meno la nostra lingua perché negli anni si sono diffuse una serie di bugie, luoghi comuni, pregiudizi. Tra questi quello che il sardo disturbasse l’apprendimento dell’italiano. Niente di più falso. E non lo dico io. Lo ha dimostrato l’università di Edimburgo con la professoressa Antonella Sorace che ha condotto uno studio scientifico sui bambini, dove è stato palesato che quelli che apprendono due lingue, nel nostro caso sardo ed italiano, sono più flessibili, dinamici, hanno meno difficoltà ad imparare altre lingue”.
Argomento questo che il nostro quotidiano ha trattato più volte grazie soprattutto al professor Francesco Casula (leggi articolo).
“In questi anni con gli sportelli linguistici abbiamo fatto tanto – ha proseguito – lo dimostra la recente campagna elettorale dove quello della lingua era uno degli argomenti principali. Gli stessi giornalisti sentivano l’esigenza di fare delle domande al riguardo. Ora però bisogna essere operativi, bisogna fare dei passi in avanti”.
Ed un colpo all’acceleratore lo ha dato il suo libro, dove volutamente ha provocato, stanando “i nemici del sardo, il mondo accademico ed intellettuale” facendo nomi e cognomi.
“Dalla reazione si capisce che abbiamo centrato l’obiettivo. Ci hanno attaccato i docenti e anche qualche Rettore. Come tutti gli altri grandi cambiamenti anche questo provoca inizialmente una reazione negativa. E’ normale. Adesso occorre cambiare lo statuto: l’insegnamento della lingua a scuola lo dobbiamo gestire noi autonomamente come nelle altre regioni a statuto speciale. Dove lo fa lo Stato centrale non funziona. Servono inoltre anche un paio di emittenti televisive e un quotidiano in limba”.
Disegni di Lorenzo Vacca