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OLZAI. La prima edizione delle “Giornate europee dei mulini”: una manifestazione da ripetere, con il coinvolgimento della comunità

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OLZAI. Nonostante la concomitanza con altre consolidate feste e sagre regionali (come la “Cavalcata sarda” di Sassari), una campagna pubblicitaria avviata in ritardo, la scarsa adesione di operatori economici locali e alcune pecche organizzative, il bilancio della prima edizione delle “Giornate europee dei mulini” di Olzai può considerarsi positivo.

Nella prima giornata è stata registrata una scarsa affluenza di visitatori, con le strade e piazze del paese desolatamente deserte. Domenica scorsa, invece, l’antico mulino idraulico nel rio Bisine è stato visitato da oltre cinquecento turisti provenienti da ogni angolo della Sardegna. Tutti entusiasti per la scoperta di un gioiello dell’archeologia pre-industriale, con la ruota in legno e il sistema idraulico di molitura dei cereali perfettamente funzionante.

Incastonato in un paesaggio da favola, lungo la tortuosa mulattiera “S’Iscala” che collega i paesi di Olzai e Ollolai, il maestoso mulino aveva resistito anche alla terribile alluvione del 10 settembre 1921, al contrario degli altri mulini idraulici più piccoli, dislocati all’interno dell’abitato, dove oggi sorge l’arginamento per il contenimento delle acque del rio Bisine. Un’opera imponente - costruita nel 1926 con blocchi di granito - che divide esattamente in due parti il centro urbano di questo incantevole paese.

Oggi, dopo quasi due secoli, “Su Mulinu vezzu” rappresenta un importante testimonianza della storia di Olzai e della civiltà contadina della Barbagia. Ma è ancora poco conosciuto e visitato, nonostante la strategica posizione nel centro della Sardegna, non lontano dal Nuraghe Losa e, quindi, dalla principale arteria stradale regionale e, ancor più vicino, alla statale Abbasanta-Nuoro.

Per questi motivi, bene ha fatto la Giunta comunale guidata dal sindaco Tonino Ladu a sottoscrivere l’adesione alle “Giornate europee dei mulini”. Ma come si è visto in queste due giornate, la nuova sagra non ha raggiunto i risultati probabilmente attesi dagli organizzatori e dagli aderenti all’iniziativa. E allora, anche in vista di una possibile seconda edizione della manifestazione, è  indispensabile fare il punto degli obiettivi raggiunti, anche per migliorare alcune carenze organizzative.

I numeri della prima sagra dedicata al mulino di Olzai, parlano da soli: nessun pernottamento nei bed and breakfast; oltre all’agriturismo Su Pinnettu e il bar pizzeria Gardenia di Franco Noli, risultavano funzionanti solo due punti di ristoro, per l’occasione aperti da Gian Narciso Campus e Vincenzo Soro. Fra i numerosi produttori ufficiali del settore agro alimentare pubblicizzati nel programma, gli unici che hanno aperto un punto vendita all’interno del centro storico sono stati due caseifici artigianali: Erkìles e Monte Nieddu.

Non hanno funzionato neanche le iniziative di contorno alle visite guidate nel mulino. Il convegno di apertura della manifestazione, dal tema importante – ma in questo periodo molto spinoso come l’energia rinnovabile –, è iniziato con due ore di ritardo, disertato addirittura dalla metà dei relatori e con un’esigua platea di trenta persone. Pochissime le adesioni per le passeggiate guidate nel centro storico e, domenica pomeriggio, due pur volenterosi fisarmonicisti hanno offerto una sterile animazione musicale.

Oltre alle ben note carenze ricettive, si sono aggiunte lamentele per l’assenza di segnaletica e servizi di accoglienza e punti informazioni negli ingressi del paese e nella piazza Sant’Ignazio, da dove partivano le navette per il mulino. Per non parlare della chiesa di Santa Barbara, incredibilmente chiusa al pubblico durante la prima giornata della sagra. Una delusione per diversi appassionati d’arte, rientrati nelle loro residenze senza ammirare il pregevole Retablo medioevale della Pestilenza del “Maestro di Olzai”, altra perla turistica del paese.

In qualsiasi circostanza e principalmente in occasioni di feste e sagre, non si possono trascurare – o peggio, occultare – le attrazioni del territorio, che non sono neanche tanto numerose, ma di sicuro valore. Retabli, musei, pinacoteche, mulini e arginamento nel rio Bisine, non hanno necessità di roboanti convegni, ma di iniziative promozionali e di supporto rigorosamente attinenti al tema della manifestazione o alle tradizioni storiche locali, come i laboratori del ciclo della lavorazione delle farine e dei pani che, anche in occasione della sagra del mulino, hanno trovato il gradimento dei visitatori.

Ma per non vanificare tutti gli investimenti fatti per l’acquisto e restauro degli immobili storici e gli sforzi sino ad oggi compiuti dal Comune di Olzai, è auspicabile soprattutto una maggiore coesione e coinvolgimento della comunità, oltre all’indispensabile sostegno degli operatori economici, del mondo dell’associazionismo e volontariato.

In questo modo, anche nel pittoresco paese di Olzai potrà decollare il turismo culturale legato alla tradizionale ospitalità, alle eccellenze agro alimentari e alle peculiarità del territorio. Senza andare molto lontano, il vicino paese di Gavoi, con il suo festival letterario dell’Isola delle Storie, ha davvero tanto da insegnare in tema di coesione, coinvolgimento e organizzazione, con risultati eccezionali in termini di presenze turistiche e benefici economici.

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