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OLZAI. Aprire le porte del paese ai turisti

Iniziativa di privati, attraverso il nuovo portale visitolzai.net

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OLZAI. “La mia casa ha quattro porte e sono sempre aperte”. Così usava ripetere Carmelo Floris (1891-1960), uno dei personaggi più importanti della storia di Olzai, famoso per le sue opere d’arte ma anche per la squisita ospitalità. La sua abitazione settecentesca era un crocevia di artisti, poeti e intellettuali e, in cucina, trovavano sempre ristoro forestieri che viaggiavano nelle polverose strade di Barbagia, venditori di corbule e viandanti.

È trascorso più di mezzo secolo dalla scomparsa del grande maestro dell’arte figurativa isolana. Nella sua casa del rione S’Umbrosu – restaurata e trasformata in museo – rimangono ancora le quattro porte d’ingresso. E quattro sono sempre le strade di accesso al villaggio di Olzai ma, purtroppo, con una popolazione più che dimezzata rispetto a cinquant’anni fa.

Oggi, il motto sull’ospitalità creato da Carmelo Floris è diventata una sollecitazione per alcuni imprenditori locali. Giovanni Agostino Curreli, Barbara Azuni, Lidia e Luciana Siotto hanno infatti pensato di promuovere un turismo di nicchia, legato al patrimonio artistico-culturale, all’ambiente e alle stagioni, alla lavorazione dei prodotti della pastorizia e ai cicli della coltivazione della terra.

A Olzai esistono diverse attrazioni turistiche, ma è scarsa l’affluenza di visitatori. E allora, dopo tanti milioni di vecchie lire investiti dal Comune per l’acquisto e restauro di immobili storici, innumerevoli cantieri e progetti finalizzati allo sviluppo economico del territorio attraverso l’arte, la cultura e l’architettura, è arrivato il momento di esporre - lungo tutto l’arco dell'anno - il patrimonio museale pubblico, di aprire le porte delle chiese e delle antiche dimore private, delle aziende agricole, dei caseifici e degli ovili, delle cantine e dei casolari di campagna. Insomma, provare a dare un nuovo impulso alla stagnante economia locale - attraverso un sistema consociativo d’impresa - per creare e moltiplicare reddito attraverso il turismo di qualità.

L’idea di radunare alcuni imprenditori locali è partita da Barbara Azuni che, due anni fa, ha aperto il primo bed and breakfast  “I Limoni” nel centro storico del paese. Nessun progetto faraonico, ma un’aggregazione di esperienze e risorse imprenditoriali, senza costituire nuove società di servizi o fondare altre associazioni; basta un portale web per diffondere un calendario annuale di appuntamenti e quindi aprire una finestra sul mondo.

Tutto fatto in casa, perché a Olzai non mancano capacità organizzative e professionalità. Come dimostrato da Giovanni Agostino Curreli, l’allevatore caseario che - tramite il suo sito internet - è riuscito ad esportare all’estero i prelibati formaggi Erkìles e far diventare il suo caseificio artigianale una delle mete più visitate da commercianti e consumatori esigenti, ma anche da giornalisti, studenti universitari, ricercatori e studiosi dell’agro-alimentare.

In questa vetrina virtuale, sono in prima fila le sorelle Lidia e Luciana Siotto. La prima si occupa delle visite guidate nel mulino idraulico del rio Bisine, nella casa museo e pinacoteca Carmelo Floris e organizza i laboratori per la lavorazione del pane. Luciana contribuisce all’iniziativa con la sua azienda agricola Talla ‘e ore, specializzata nella coltivazione di zafferano, di prodotti biologici e del grano di qualità superiore “senatore Cappelli”.

E proprio dall’azienda Talla ‘e ore parte la prima azione promozionale inserita nel portale www.visitolzai.net, temporaneamente ospitato nel sito dell’associazione Kérylos: “Il rito della mietitura”, in calendario nei primi due week end del prossimo mese di luglio, con un interessante programma di soggiorno, visite guidate, degustazioni di prodotti agro-alimentari e momenti di convivialità. Il tutto nella quiete della Barbagia, all’insegna della più genuina e tradizionale ospitalità olzaese. Da non perdere!

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