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ORANI. Gonario Ladu: "l'arrivo del commissario è una sconfitta per tutti"

"Non escludiamo accordi futuri con gli ex amici di maggioranza"

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ORANI. Il mandato da sindaco di Franco Pinna si ferma a nove anni. La mancata approvazione del bilancio, il 3 luglio scorso, conclude con un anno di anticipo la sua seconda consiliatura.

L’arrivo del commissario era nell’aria oramai dal mese di marzo scorso quando tre consiglieri del Partito democratico (lo stesso del sindaco), Gonario Ladu, Marco Ziranu e Ignazio Noli, lasciarono i banchi della maggioranza per accomodarsi all’opposizione, costituendo il gruppo Democratici per Orani e dividendo il consiglio in due tronconi identici: 8 consiglieri da una parte e 8 dall’altra, con il diciassettesimo, Giuseppina Noli, che si era fatta da parte da tempo decidendo di non partecipare più alla vita amministrativa.

Il pareggio aveva consentito al sindaco di respingere al mittente la mozione di sfiducia presentata dai tre dissidenti e dall’opposizione.

Il bilancio, invece, gli è stato fatale, perché in questo caso per approvarlo serviva la maggioranza dei consiglieri.

“La nostra posizione era chiara da tre mesi – spiega Gonario Ladu, leader dei dissidenti – e l’avevamo messa nero su bianco nel documento della mozione di sfiducia. Mesi trascorsi invano perché il sindaco non ha neppure tentato di capire le nostre ragioni. E quando lo ha fatto, durante l’ultimo consiglio, convocando  una riunione di capigruppo, i buoi erano ormai scappati. Non è serio discutere a consiglio in corso”.

Nessun ripensamento dunque per i tre aventiniani, che danno per fatto l’arrivo per la prima volta nella storia di Orani del commissario.

“Ognuno si assuma le responsabilità dei propri atti. Noi lo faremo per i nostri. Il commissariamento del Comune è una sconfitta per tutti”.

Per il futuro Ladu non esclude nessuno scenario neppure un accordo con gli ex amici di maggioranza. “Non escludo nulla. Siamo tutti del Partito Democratico. Noi non metteremo veti verso le persone e non vogliamo scontri. L’unica discriminante sono i programmi. Noi partiamo da ciò che abbiamo scritto nella mozione di sfiducia. Per le prossime elezioni vogliamo che si parli di programmi seri e concreti che mirino ad aiutare concretamente i nostri concittadini, senza illusioni e libri dei sogni. Guardiamo avanti e non dietro”.

Il primo punto di confronto  sarà il congresso del circolo del Partito democratico in calendario a ottobre. Lì si capirà se le strade tra le due correnti del partito di Renzi si presenteranno divise anche alle elezioni comunali della prossima primavera o se la frattura si è già rimarginata.

“Noi siamo e restiamo del Partito democratico e parteciperemo al congresso – è la posizione indicata da Gonario Ladu -. Auspichiamo il dialogo, e su questo non ho motivo di dubitare,  e che la scelta del segretario sia condivisa”.
 

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