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OLZAI. L’arte millenaria dell’intreccio dell’asfodelo

Concluso il laboratorio organizzato dall’agenzia Laore

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OLZAI. Si è concluso la settimana scorsa il secondo corso dell’intreccio dell’asfodelo organizzato a Olzai dall’agenzia regionale Laore, servizio multifunzionalità di Nuoro diretto da Antonio Maccioni. L’iniziativa –  intrapresa con la collaborazione del Comune e della casa museo Carmelo Floris – è stata avviata lo scorso mese di ottobre con l’assistenza e coordinamento didattico di Caterina Zurru, operatrice dello sportello territoriale Laore della Barbagia.

Un tempo, la lavorazione dell’asfodelo («S’iscrarionzu») e la vendita delle corbule («Sas horves») rappresentava un importante pilastro dell’economia locale. Anche nei paesi della Barbagia di Ollolai. Un’arte antica e raffinata che, ancora oggi, potrebbe diventare una concreta opportunità di lavoro per giovani disoccupate, attraverso lo sfruttamento di materie prime sottoutilizzate e  sempre disponibili a “costo zero”, come le piante selvatiche dell’asfodelo che crescono rigogliose nelle campagne olzaesi.

Con questo progetto e altre iniziative, l’agenzia Laore di Nuoro intende così salvaguardare le biodiversità del territorio, recuperando antichi mestieri e tradizioni millenarie legate al mondo agropastorale e contadino.

E per tramandare i segreti della lavorazione dell’asfodelo alle generazioni più giovani, gli operatori dell’agenzia Laore sono riusciti a coinvolgere due “Maestre” di notevole esperienza, come le signore Maria Barbara Meloni e Giovanna Porchi e dieci allieve appassionate di tradizioni locali, quasi tutte casalinghe residenti nel paese di Olzai: Barbara Azuni, Carmina Cheri, Mattia Concas, Anitia Fernando, Barbara Licheri, Maria Rita Lostia, Maria Gabriella Melis, Maria Grazia Meloni, Silveria Ortu e Alessandra Romagnani.

«Per la maggior parte delle partecipanti al corso di Olzai – ha sottolineato Caterina Zurru – si è trattato della continuazione del primo corso avviato nel dicembre 2012. Alcune allieve, nel frattempo, hanno continuato a lavorare affinando tecniche e conoscenze, cosa d’altronde necessaria per chi ama praticare arti manuali.  Ho ritrovato un’aula curiosa e affiatata. Un gruppo che ha lavorato con passione, in un clima di allegria e condivisione e dal quale sembra affiorare qualche “eccellenza”. Promosse comunque tutte a pieni voti!».

Nell’ultima edizione di Cortes Apertas, alcuni cestini e utensili sono stati esposti nel cortile del museo Floris. Esposizione accompagnata da interessanti delucidazioni e lavorazioni pratiche dell’asfodelo curate da Barbara Azuni, l’allieva più giovane del laboratorio organizzato da Laore.

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