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Monte Spada - n. 69 GENNAIO 2015

Periodico della Parrocchia S. Giovanni Battista di Fonni Tel. 0784 57008 (Cell. 3283010085) - Email: donpietropuggioni@gmail.com

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Buon anno!

di Pietro Puggioni

Un tipo da spiaggia, nelle cui vene non scorreva certo l’ottimismo, a chi, sotto le feste, gli stringeva la mano con: “Auguri!” rispondeva indifferente: “Angurie!”

In effetti la parola Auguri può rivelarsi semplice desiderio che si realizzi in chi salutiamo tutto il bene possibile, oppure sincero impegno a contribuire a realizzare tale bene.

Il futuro non sta nelle nostre mani. Le lenticchie del cenone non necessariamente diventeranno monete abbondanti nelle nostre casseforti. Le sparate pirotecniche contro le pagine grigie dell’anno che finisce non assicurano quelle del nuovo anno come noi vogliamo. Le luci abbondanti delle luminarie non è detto che arrivino a illuminare il cuore. La mezzanotte del 31 dicembre è il crinale di un brevissimo presente tra un passato che possiamo solo rivisitare e il futuro che possiamo solo immaginare, ma non ipotecare pur con tutta la nostra fervida fantasia.

Quando auguriamo Buon Anno come cristiani auguriamo a noi stessi e agli altri di vivere il tempo come tempo di Dio, di giocare una scommessa nel ricominciare tutto da capo, accogliendo la novità di Chi ha detto “Ecco, io faccio nuove tutte le cose”. Non possiamo vivere il 2015 semplicemente come abbiamo vissuto il 2014.

Pur vivendo nello stesso paese, nella stessa famiglia e con gli stessi amici, sappiamo che le condizioni esterne non sono decisive. Dio ci dà nuove possibilità, apre nuove strade, offre nuove ispirazioni perché la nostra vita si rinnovi continuamente, prima nel nostro intimo dove Lui abita e poi nell’incontro con gli altri.

A tutti gli amici gli Auguri più affettuosi di un Anno 2015 ricco di bontà e di amore nelle strade di Dio.

Arriva la neve tra gioie e speranze

Regalo inaspettato di Natale la neve è arrivata dentro le feste quando la lunghissima estate aveva fatto perdere le speranze di rivederla quest’anno. Da uomini concreti i Fonnesi hanno gioito fiutando le risorse economiche che il manto bianco dei suoi monti avrebbe portato con sé, movimentando turisti e appassionati di tutta la Sardegna. Da ricordare la felice riuscita di “Cortes apertas”, nel ponte dell’Immacolata, che ha fatto da apripista a questi giorni.

La coincidenza con le feste di fine anno ha esaurito tutte le disponibilità recettive pur abbondanti, persino quelle dei centri vicini, nonostante la modesta pubblicità che non permette di giocare tutte le varie e numerose carte del centro barbaricino.

I turisti sono croce e delizia di questa stagione. Non si ha un quadro esatto del valore economico e turistico derivante dalla loro presenza.

A cavallo di Capodanno si son viste alcune migliaia di appassionati sulla neve nei due impianti di Monte Spada e Bruncuspina e nelle distese innevate circostanti. Non tutti i turisti erano ben equipaggiati e disciplinati. Non era proprio il massimo vedere macchine ferme in mezzo alla strada per montare le catene, talvolta con la velocità di chi deve procedere per tentativi ed errori. Non tutti avevano familiarità con le insidie delle strade di montagna all’indomani di improvvise bufere di neve. Si spera poi che allo sciogliersi della neve non ci siano sorprese di resti di pic nic o di mondezza varia.

L’entusiasmo di chi sale in cima è grande e le scoperte non finiscono. Quest’anno la limpidezza eccezionale del cielo (superiore a quella dell’estate) ha permesso di vedere le cime innevate della Corsica.

Se, nonostante le difficoltà, la neve continua ad essere risorsa importante per Fonni lo si deve in gran parte alla passione dei volontari dell’Associazione Sportiva del Bruncuspina.

Sempre più viva ora tra pessimisti e ottimisti l’attesa del nuovo impianto. Si parla della primavera come inizio concreto. Lo vogliamo sperare perché Fonni non può permettersi ulteriori, infinite attese, col rischio di perdere il treno per sempre.

Fonni a sorpresa vicina alla vetta
Col presidente Mattu punta al salto di categoria

Natale e Capodanno sereno per il Formi: grazie al successo esterno con l'Ichnos. La compagine guidata da Giacomo Coinu si porta a ridosso della capolista Tharros, crollata sul campo della Gennargentu. Solo un punto separa le due contendenti: 30 la Tharros e 29 per il Fonni, ma la classifica potrebbe non essere veritiera non essendo stato omologato il risultato di Oristanese-Tharros. Si attende il giudizio della Federazione.

Il Fonni potrebbe ritrovarsi al comando da solo, ma indipendentemente da questi fatti, la squadra del presidente Michele Mattu sta disputando un campionato eccezionale grazie al perfetto mix dei locali, che sono in maggioranza, e un gruppo di ottimi elementi provenienti proprio dall'oristanese con i vari Petucco, Costella, Angius, Peddoni oltre al barbaricino Forma e all'ogliastrino Scudu. Ma è la verve dei locali a far smuovere le acque con Milia, Tolu, Carta, Mulas, Balloi, Lai, Busia, Loi, i due Nonne, i due Meloni, stupende realtà che fanno sognare tutto il paese.

La squadra, partita con l'obiettivo di una stagione non da primato, si ritrova ai vertici e appare decisa a giocarsi il salto di categoria insieme a Bosa, Tharros e Posada, più qualche sorpresa che nel calcio non manca mai. I punti, per la verità, potevano anche essere 33 visto l'andamento di alcune gare, specie dei pari interni dove la vittoria era alla portata, ma la sorte non è stata benigna. Ora a fine stagione tutto si compensa, e il Fonni può dormire sonni tranquilli: la squadra c'è e si farà valere.

Peppino Mulas


VOLTI E COSE DI CASA NOSTRA

PICCOLA STORIA DELLA CHIESA DI SANTA CROCE

L'antica chiesetta di S. Croce si trovava nel rione di Logotza, nella zona di Sa Serra. Il 25 ottobre 1838 minacciava di andare in rovina per cui i responsabili chiedevano ospitalità per l'Oratorio e la Confraternita a quelli di S. Antonio presso l'attuale chiesa di S. Croce.

Il 6 gennaio 1857 veniva consegnata al Sindaco una delibera del Discretorio (i responsabili) e del parroco teol. Giovanni Cugusi, firmata dal parroco, due sacerdoti e 4 laici; gli altri 11, essendo analfabeti, firmavano con la croce. Avendo saputo che l'Amministrazione comunale aveva messo gli occhi sul terreno della chiesetta, ormai in rovina, di S. Croce e iniziato a usare le pietre per i selciati, il Discretorio chiedeva il giusto risarcimento, impegnandosi a edificare una cappella e un porticato accanto alla chiesetta di S.Antonio

Abate perché la popolazione trovasse riparo durante le cerimonie funebri. C'era infatti laggiù, nell'attuale cortile, un cimitero che cesserà di essere utilizzato nel 1881.

Il 19 maggio 1862 il parroco teol. Giovanni Cugusi si lamentava col Sindaco di non aver ricevuto risposta alcuna alle sollecitazioni, amareggiato della indifferenza dell’ Amministrazione comunale.

Il 16 giugno 1862 arrivava la risposta negativa dell’Amministrazione, a firma dell'Assessore anziano Moro, adducendo la motivazione che il Comune era in possesso del terreno in "Sa Serra" da altre 20 anni e che vi doveva edificare la sede per diversi uffici comunali. Nel frattempo anche la chiesetta di S. Antonio minacciava di crollare e i responsabili delle due chiese decidevano di costruire insieme l'attuale chiesa, nel rione Pupuai pensando a quel rione che nei terribili mesi invernali avrebbe trovato difficoltà a salire alla chiesa parrocchiale di S. Giovanni.

La solenne benedizione della Chiesa avviene il 3 maggio 1866 alle ore 9. Vengono il Padre Guardiano del Convento dei Martiri, le tre confraternite di S. Croce, S. Antonio Abate e della Madonna dei Martiri, il Pretore e il Consiglio comunale. La solenne cerimonia inizia con la solenne processione che parte dalla parrocchiale di S. Giovanni.

Una storia tormentata dalla mancanza di fondi e dai grossi limiti nei materiali usati e nella perizia dei muratori. Non venne mai ultimata del tutto. Ai primi del 1900 la chiesa di S. Croce verrà ripresa per il restauro della cupola; nel 1910 viene chiusa al culto per il pericolo di alcune strutture..

Nel 1927 il podestà chiede al parroco dott. Sebastiano Canudu l'utilizzo del cortile di S. Croce come palestra ginnica per le sezioni fasciste. Viene concesso per due anni alle condizioni di non disturbare le funzioni sacre, di versare un canone annuale di 150 lire da utilizzare in lavori di restauro della chiesa, di sistemazione del cortile. Nel 1929 sorge una controversia con la famiglia Piras confinante. Il parroco don Canudu affida la causa all'avv. Mannironi. Viene risolto tutto con una transazione privata.


Ci scrivono

Dal 28 al 30 dicembre a Galanoli 60 giovanissimi e giovani di Azione cattolica provenienti da tutta la diocesi si sono ritrovati per un ritiro spirituale. L'azione Cattolica non è una associazione solo a livello parrocchiale, ma anche a livello diocesano; ciò ci permette di conoscere altri ragazzi che vivono la nostra stessa esperienza. Può sembrare strano ai giorni d'oggi che 60 giovani sentano l'esigenza di riunirsi per pregare nei tre giorni antecedenti al grande veglione di capodanno, eppure noi siamo convinti che per vivere veramente bisogna pregare. Pregare significa dedicare tempo a Dio e pregando ci si lascia amare da Dio, perciò chi prega vive nel tempo e nell'eternità. E noi attraverso questi tre giorni di preghiera siamo cresciuti con gioia dando senso alla nostra vita.

Rita, Maria Grazia e Isabella.


Fonni 1935: Il gioco dello stendardo

“Il giornale d’Italia”, nel settembre 1935, dedicò un interessante articolo ad una “manifestazione d’arte popolaresca” che si svolse a Nuoro nell’agosto precedente. Si trattava di raduni, organizzati dall’Opera Nazionale Dopolavoro, volti alla valorizzazione di danze, canti e costumi popolari delle varie regioni italiane. Si creava l’occasione, dice l’articolo, per ammirare “il buon gusto e lo spiccato senso artistico dei nostri padri”. Durante il raduno nuorese si sperimentò per la prima volta una nuova modalità organizzativa, che prevedeva la rappresentazione di momenti “simbolo” nella vita di quelle che sin da allora erano considerate le comunità più rappresentative. Si poté quindi assistere alla fedele riproduzione di una caratteristica usanza del luogo d’origine: il matrimonio di Oliena, il battesimo di Ollolai, le vendemmiatrici di Dorgali… Fonni portò alla ribalta una delle sue tradizioni equestri, così raccontata dall’articolista: «FONNI “I cavalieri di San Giovanni con il giuoco dello stendardo”; giuoco che può paragonarsi a un vero e proprio carosello. Uno stendardo al centro sostenuto da un cavaliere, con tanti capi quanti sono i rimanenti cavalieri che eseguono al passo, al trotto e al galoppo difficili evoluzioni ippiche attorno al suddetto stendardo» Leggendo queste parole sorge spontanea una domanda: Ma quello descritto è il “rituale” dei cavalieri de s’Istangiartu? O esisteva un altro “carosello” di cui noi non abbiamo conservato la memoria? Se qualcuno conoscesse la risposta, farebbe cosa gradita condividendola con noi.

Ringrazio Stefano Alberto Tedde che gentilmente vuole condividere con me il materiale scritto e iconografico sul nostro paese che riesce a recuperare nel suo lavoro d’archivio.

Anna Maria Loddo

1° Gennaio Giornata della Pace

Abbiamo celebrato questa giornata con la tristezza di tanti scenari di guerra e di violenza. Papa Francesco ci ha esortato a pregare e ad essere artefici di pace. Ecco una bella poesia per riflettere su questo tema così importante.

Sa Paghe

Su coro meu est apertu a perra
E sempre lastimosu a l'iscultare
Cantu male bi ada ue sa gherra
Solu armas prontas a isparare

E innocentes a sequestrare
Babbos e mammas pianghen in terra
Custa est tristura es penare
Su male est a s'afferr'afferra.

Si firme custa fea posizione
De su nemigu cale usurpatore
Vendicativu a sa corruzione

Non pius disamistade cun dolore
S'ornine appaghe sa cunversione
Sie de paghe perdonu de amore

Salvatore Murgia

Suor Anna Rosa Loi dalla sua Missione di Bolivia

Angolo del buon umore

DISCUSSIONE

Gustavo ha una piccola discussione con la moglie. Alla fine però si mostra abbastanza conciliante:
- Sì, hai ragione tu: Riconosco che voi donne siete più belle degli uomini!”
- Naturalmente...
- No, no, cara: artificialmente!
 

ALLO ZOO

Marito e moglie vanno al giardino zoologico e si fermano davanti ad una grande gabbia. La moglie, pensierosa, rivolta al marito:
- Mi domando cosa direbbero queste tigri se sapessero parlare.
- Direbbero: “Scusi, signora, ma noi siamo leopardi!
 

TRA AMICHE

- Ma come è graziosa questa bambina! Ha già imparato a parlare?
- Altro che. Ora le stanno insegnando come si fa a tacere!
 

UN BUON AFFARE

Per sanare le finanze della nazione basterebbe vendere i nostri politici per quello che ci costano e ricomprarli per quello che valgono.

DUE NOVEMBRE

La maestra detta il tema: “Il due novembre”. Pierino consegna il compito dopo poche minuti. La maestra legge incuriosita: “Oggi, due novembre, ricorrono i morti. Speriamo che quest’anno vinca mio nonno”.
 

MISTERO DELLA NASCITA

Una bambina di 5 anni chiede al parroco: “Signor parroco, lei come è nato?”
Risposta: “Mi ha portato la cicogna!”
La bambina incontra una suora: “E lei come è nata?”
Risposta: “Sono nata in bocciolo di rosa!”
La bambina incontra il sacrestano: “E lei, come è nato?”
Risposta: “Io sono nato sotto un cavolo!”
La bambina: “Oh! Ma è incredibile! In questa parrocchia nessuno è nato in mo-do normale!”

PREGHIERA

Quando ero piccolo pregavo ogni notte per avere una bicicletta nuova. Poi ho capito che il Signore non fa questo genere di cose, allora ne ho rubata una e gli ho chiesto di perdonarmi.

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