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La nuova sardegna. «No» definitivo ai vitalizi ma restano 80 consiglieri

L’assemblea sarda ha rafforzato la decisione dell’ufficio di presidenza La fine anticipata della legislatura nazionale blocca il taglio del 25% dei seggi

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di Filippo Peretti

CAGLIARI Ora la parola «vitalizio» è scomparsa del tutto dalle norme interne del Consiglio regionale. La pensione dei politici era stata abolita nei mesi scorsi dall’ufficio di presidenza dell’assemblea legislativa sarda ma era rimasta nel regolamento come «diritto al termine del mandato». Per evitare equivoci e polemiche, l’aula di via Roma ha modificato ieri il regolamento consiliare (non può farlo l’ufficio di presidenza) eliminando proprio il riferimento al vitalizio.La decisione dell’ufficio di presidenza era arrivata, assieme al taglio delle indennità,nei mesi caldi delle polemiche sui costi della politica e dei referendum popolari. La nuova regola entrerà in vigore nella prossima legislatura. Continueranno a essere pagati i vitalizi sino ad allora maturati. Legge elettorale per 80. La crisi del governo Monti e la conseguenza fine anticipata della legislatura farà saltare il «taglio» dei consiglieri regionali della Sardegna: alle prossime elezioni resteranno 80. Questo Parlamento, infatti, non può più approvare in doppia lettura la legge costituzionale sulla riduzione a 60 e nella prossima legislatura l’iter dovrà ripartire daccapo. Considerato che le elezioni sarde si terranno al più tardi nel febbraio 2014, il prossimo Parlamento dovrebbe fare una corsa contro il tempo. La crisi nazionale ha quindi confortato molti onorevoli regionali, che avevano sì approvato il «taglio» come proposta al Parlamento ma che hanno ora 20 seggi in più per sperare in un loro ritorno in aula dopo il voto. La prossima settimana il Consiglio esaminerà la riforma elettorale. Revisori dei conti nei Comuni. La riforma nazionale prevede che siano sorteggiati dai prefetti in modo da evitare qualsiasi commistione tra l’amministrazione e i tecnici che devono controllare la regolarità contabile. Perché entri in vigore in Sardegna, regione a statuto speciale, occorre una legge ad hoc: in mancanza di un accordo, ieri il Consiglio regionale ha deciso, dopo qualche contrasto di non poco conto, di prorogare la vecchia normativa sino al 28 febbraio, termine entro il quale deve essere varata la nuova legge sarda sull’ordinamento degli enti locali. Legge “omnibus”. Ieri il Consiglio regionale avrebbe dovuto avviare il dibattito sulla legge di fine anno (norme urgenti) chiamata «omnibus» perché contiene di tutto. Ma è stato deciso lo slittamento a oggi. Alcune norme, in particolare quelle che riguardano il lavoro e il precariato, sono state concordate da maggioranza e opposizione. Su altre, ad esempio la modifica della norma sull’eolico, i sarà invece uno scontro frontale perché il centrosinistra è contrario alla procedure che tenta di modificare un articolo del Piano paesaggistico regionale.

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