Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Lunione sarda. Troppi debiti. E si toglie la vita

Palmiro Planta, imprenditore edile, si è gettato in mare

Condividi su:

La tragedia si è consumata sino in fondo. Erano le 8 del mattino quando il brigadiere Massimo Pisano ha notato un corpo galleggiare nelle acque di Solanas. Il sottufficiale è entrato in mare, ha raggiunto quel cadavere e lo ha trascinato a riva sugli scogli. Il corpo di Palmiro Planta, che aveva fatto perdere ogni traccia lunedì alle 9 del mattino gettando nella disperazione familiari e amici, era finito in mare la sera prima, probabilmente verso le 23. Sul litorale della borgata turistica di Sinnai erano già in corso le battute scattate dopo il ritrovamento della sua macchina, parcheggiata lungo la strada per Villasimius. L'imprenditore edile, 43 anni, indossava una felpa e aveva le scarpe da lavoro. Sul corpo nessuna apparente ferita.
IL RITROVAMENTO Sul posto sono arrivati i carabinieri di Villasimius e della Compagnia di Quartu, la motovedetta della Capitaneria di porto e dell'Arma e i vigili del fuoco. Più tardi, la salma è stata trasportata al porticciolo di Capitana dove un medico della Asl non ha rilevato alcuna ferita. Tanto che il magistrato ha deciso di riconsegnarla immediatamente alla famiglia per i funerali che si svolgeranno oggi a Furtei.
Una vicenda drammatica. Per gli inquirenti, il caso è chiuso: l'imprenditore si sarebbe suicidato. Travolto dai debiti della sua attività edile. Nessuna altra ipotesi è emersa dalle indagini condotte a stretto contatto col magistrato. Palmiro Planta è uscito di casa alle nove di lunedì, dicendo ai familiari che doveva recarsi a Cagliari per lavoro. L'uomo a casa non è tornato, ha invece raggiunto con la sua Alfa il litorale di Villasimius, parcheggiandola sulla provinciale. Le ricerche sono scattate nel primo pomeriggio dopo la denuncia di scomparsa presentata ai carabinieri della Compagnia di Sanluri. La macchina è stata localizzata verso le 21. Le battute dei carabinieri, dei vigili del fuoco e della Capitaneria si sono subito concentrate nell'entroterra e in mare.
SMS Secondo alcune indiscrezioni (tutte da confermare) l'imprenditore avrebbe inviato un messaggio telefonico a un amico, chiedendo di essere cercato nel caso non fosse rientrato entro una determinata ora.
Ieri mattina, le ricerche sono proseguite molto presto con una grande mobilitazione a terra e a mare. Mobilitata anche la motovedetta dei carabinieri di Villasimius comandata dal brigadiere Pisano. È stato il sottufficiale a notare il corpo in acqua e a trascinarlo sul bagnasciuga. Poi le indagini, chiuse nel giro di poche ore con la restituzione della salma alla famiglia.
IN PAESE Furtei ieri era un paese sconvolto dopo la notizia della tragica morte di Palmiro Planta. Alcuni conoscevano il problema dei debiti della sua impresa edile. Ma per molti è difficile credere che un quarantatreenne così pieno di vita possa essersi tolto la vita. A partire dal primo cittadino Luciano Cau: «Un ragazzo che non si è mai arreso, sin da quando, sedicenne, aveva perso suo padre. Ha preso in mano la sua impresa e con grande capacità e professionalità l'ha fatta crescere. E nonostante il settore edile negli ultimi anni sia stato tartassato, Palmiro è sempre stato molto combattivo». Una comunità in lutto. Dalla mattina al tardo pomeriggio tante persone si sono recate alla casa della mamma del giovane, Fulgida Urpi, di 73 anni. Palmiro negli ultimi anni aveva fatto la spola fra il suo appartamento, sopra gli uffici dell'agenzia immobiliare che gestiva con un altro socio, e la casa di sua madre. A piangerlo anche la sorella e la fidanzata, Maura Vacca, di 26 anni. «Una comunità sotto choc», ha aggiunto il parroco padre Antonio Belardelli, «un giovane che incontravo spesso al bar, pieno di vita. Offriamo la nostra preghiera per lui al Signore».
IL DOLORE Nello sconforto anche gli amici più cari. Alcuni hanno partecipato alle ricerche da lunedì notte. Altri lo ricordano per i bei momenti vissuti assieme. «Abbiamo condiviso due anni fa l'esperienza del comitato di San Biagio», ha affermato il giovane assessore Andrea Nonnis, «si è prodigato per il restauro della chiesa. Dieci anni fa aveva problemi ben più gravi, eppure è andato avanti». Eppure l'inchiesta parla di suicidio. «Se dovesse essere confermato il movente dei debiti, allora anche nella nostra piccola comunità si sarebbe riproposta la tragedia a livello nazionale, dove gli unici soggetti ad essere stati salvati dalla crisi sono state le banche», ha chiuso il primo cittadino di Furtei, «mentre gli altri sono stati abbandonati alla disperazione. E le banche non hanno salvato nessuno».
Antonio Pintori
Raffaele Serreli

Condividi su:

Seguici su Facebook