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L'unione sarda. Latte, nel 2013 il prezzo salirà

I contratti potrebbero arrivare a quota 80 centesimi al litro

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Sale il prezzo del latte. Il 2011 si sta chiudendo con quotazioni di 72 centesimi al litro, ma nel 2013 ci potrebbe essere un ulteriore rialzo: fino a 80 centesimi. È questa la tendenza che oggi si registra nelle campagne sarde.
I CONTRATTI Molti allevatori hanno già chiuso alcuni contratti su questa cifra e altri si apprestano a farlo. Il libero mercato è la parola d'ordine. E, come è successo un anno fa, il prezzo è in aumento perché i pastori stanno vendendo il loro prodotto fuori dall'Isola. «La politica che abbiamo adottato per la scorsa stagione ha portato i suoi frutti», dice Luca Saba, direttore regionale di Coldiretti. «Il nostro proposito è quello di continuare ad accompagnare le imprese verso il miglior offerente». Le associazioni di categoria, nel 2012, sono riuscite, attraverso il sostegno alla vendita del latte oltre confine, a portare il prezzo a 72 centesimi, creando non pochi malumori fra gli industriali sardi che acquistano il latte per poi trasformarlo in formaggio.
IL PERCORINO ROMANO «Ora», continua Saba, «pensiamo che si possa andare oltre grazie al rialzo delle quotazioni del Pecorino romano - arrivato a 6 euro al chilo dai 4,6 dell'anno scorso - e anche a causa del calo delle quantità prodotte: nel 2011 si arrivava a 240 mila quintali oggi siamo a 110 mila». Discorso analogo per Martino Scanu, presidente regionale della Cia: «Ci attendiamo sicuramente un prezzo superiore ai 75 centesimi. Ora non ci sono le scuse di un mercato difficile per il Pecorino romano visto l'andamento al rialzo del prezzo». Ignazio Cirronis, leader regionale di Copagri, chiama in causa il Consorzio di tutela del Pecorino romano: «Per evitare che questo trend di mercato sia un fuoco di paglia, occorre che il Consorzio pianifichi le produzioni così come previsto dal pacchetto latte approvato dalla Commissione europea».
IL “PACCHETTO LATTE” Dalla parte degli allevatori, quest'anno, ci sarà anche l'obbligo del contratto scritto, che di fatto rivoluziona le relazioni nel settore. In sostanza, il passaggio del latte, dal produttore al trasformatore, dovrà avvenire attraverso un accordo fra le parti, in cui dovranno essere scritti il prezzo, la durata, il volume della produzione, la qualità, le modalità di raccolta e di consegna e i periodi e le procedure di pagamento. La novità, che orienta il comparto verso una maggiore trasparenza, è scattata il 12 ottobre scorso: il ministro dell'Agricoltura, Mario Catania, ha firmato il decreto di attuazione del “pacchetto latte”, che consente anche agli allevatori di usufruire della contrattazione collettiva per la consegna del latte crudo.
Lanfranco Olivieri

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