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La nuova sardegna. Stefania Piras: per quella scomoda eredità sono a rischio scuole e opportunità di lavoro

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Da qualche giorno a Oniferi è stato istituito il registro per le unioni di fatto, ma purtroppo il Comune fa notizia per altro, cioè la prospettiva di un dissesto finanziario. Stefania Piras, 31 anni, laurea in economia e commercio, la richiesta di pagamento di 600mila euro da parte del ministero se l’è trovata sulla scrivania il giorno dell’insediamento, nel giugno scorso. Da allora cerca in tutti i modi di trovarvi soluzione, ma trova molte porte chiuse. Cappellacci non ha mai risposto alle sue lettere, un alto rappresentante istituzionale di fronte alla sua garbata ma tenace insistenza le ha chiesto se il medico le avesse ordinato di fare il sindaco. Eletta col 60 per cento delle preferenze, aveva avuto l’endorsement di Michela Murgia («Se fossi lì, voterei così», titolò nel suo blog). Non è iscritta a partiti ma crede fermamente nell’autonomia dell’isola. «Vorrei occuparmi di aiuti alle scuole, offrire opportunità di lavoro ai miei coetanei e invece devo far fronte agli errori di chi mi ha preceduto», dice. «Il Comune spende già 100mila euro l’anno per un mutuo, accollarsene un secondo sarebbe impossibile». Che fare allora? «L’edificio potrebbe diventare una struttura dell’Asl», suggerisce. (p.me.)

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