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L'unione sarda. Pd, allarme primarie: possibile un veto sui consiglieri regionali

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Adesso le primarie «parlamentari», per il Pd, potrebbero scongiurarle solo i Maya (se avessero azzeccato la funesta profezia del 21 dicembre). Ma per qualcuno l'effetto della consultazione voluta da Bersani sarà lo stesso: la fine del mondo. Per esempio per i deputati o senatori uscenti che il 29 e 30 dicembre - data fissata per la selezione dei candidati al Parlamento - non troveranno i voti necessari per la riconferma. Ma anche per molti consiglieri regionali, se sarà confermato il veto alle loro candidature.
ALLARME IN CONSIGLIO È più di un'ipotesi, ed è emersa ieri a Roma, dov'erano riuniti i segretari regionali del Pd. Le regole per lo svolgimento delle primarie per le liste della Camera e del Senato saranno decise solo il 17 dicembre, dalla direzione nazionale. Ma ci sono alcuni orientamenti consolidati. Si vuole anzitutto sbarrare la strada a sindaci e presidenti di Provincia in carica, per non mandare all'aria amministrazioni locali magari elette di recente. E spunta l'idea di estendere l'incompatibilità anche ai consiglieri regionali, forse persino a quelli comunali.
Magari alla fine questa regola salterà, e comunque già si parla della possibilità di deroghe concesse dalle direzioni regionali. Intanto però la sola ipotesi sta creando scompiglio in tutta Italia, e la Sardegna non fa eccezione.
In realtà, tra i primi a pronunciarsi contro questa eventualità è stato proprio il segretario del Pd isolano, Silvio Lai , nella riunione con i suoi colleghi delle altre regioni. Contrario soprattutto per i casi in cui - come in Sardegna - al Consiglio restino pochi mesi di mandato. E poi perché c'è differenza tra il caso dei sindaci e dei presidenti (che dimettendosi impongono il ritorno alle urne) e quello di un consigliere regionale, che in caso di dimissioni lascia il posto al primo dei non eletti.
CONTRARIETÀ Difficile non pensare che veti simili nascano da reazioni difensive dei deputati e senatori uscenti. Molti di loro, in tutta Italia, temono le primarie parlamentari. Eletti nelle liste bloccate, spesso non hanno mantenuto forti legami col territorio. A differenza, appunto, dei consiglieri regionali, concorrenti temibilissimi nella corsa alla candidatura per le Politiche.
Tra gli uscenti sardi, comunque, sembra prevalere la linea di Lai. «La limitazione per sindaci e presidenti di Provincia è giusta, quella per i consiglieri regionali mi sembra una forzatura», ragiona il deputato Siro Marrocu : «Le primarie devono essere aperte. Non condividerei neppure un elettorato attivo ristretto ai soli votanti del 25 novembre». Regola che invece sembra tra le più probabili, e forse non piace neppure a un altro deputato, Giulio Calvisi , il quale auspica che «queste primarie siano una festa di partecipazione, come quelle per la scelta del leader della coalizione».
Prima di conoscere le regole della competizione, comunque, nessuno dice se gareggerà. Si pensa che, grosso modo, gli uscenti ci riproveranno (a parte Arturo Parisi , che nei giorni scorsi aveva invocato a gran voce le primarie per i parlamentari, e Antonello Cabras ). Ma dipende anche dalla scelta sui collegi: nell'Isola potrebbe essercene uno regionale, oppure quattro o cinque.
CONCORRENTI Il renziano Chicco Porcu , per esempio, attende solo quel dettaglio per ufficializzare la propria candidatura. Intanto però boccia l'ipotesi di un veto per i consiglieri regionali come lui: «Con paletti simili, non sono più primarie. Tanto vale non farle: un rituale ipocrita non farebbe bene al Pd. Sono convinto però che prevarrà il buon senso, e si farà una competizione aperta». Francesca Barracciu chiede che «si riapra totalmente la platea degli elettori: non è giusto che siano solo quelli delle primarie di Bersani, sono consultazioni diverse».
L'elenco dei consiglieri che potrebbero aspirare al Parlamento comprende tanti altri nomi: da Giuseppe Luigi Cucca (area Bersani-Ladu) a Gavino Manca (Renzi-Parisi). Ma anche fuori dal Palazzo c'è chi medita il salto a Roma. Si parla per esempio dell'ex presidente della Provincia di Cagliari Graziano Milia , e anche dello stesso Silvio Lai.
LE DONNE A parte le uscenti Amalia Schirru e Caterina Pes , a parte l'ipotesi Barracciu (molto consistente), nel Sassarese circolano nomi interni al mondo politico (l'assessore comunale Monica Spanedda , la consigliera provinciale Alba Canu ) misti a soluzioni diverse come Laura Manca , prorettore dell'Università di Sassari. Potrebbero spuntare volti nuovi anche a Cagliari: dal vicesindaco Paola Piras ad altri più chiaramente targati Pd, come la presidente regionale Valentina Sanna o Cristina Cabras , che fa parte della segreteria che affianca Silvio Lai.
Le ipotesi in campo restano molte, ma non resta molto tempo per farle emergere. Le primarie hanno determinato un'accelerazione improvvisa: ci si dovrà candidare entro il 22 dicembre. Certo, sempre che non abbiano ragione i Maya.

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