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L'unione sarda. La Chiesa e il lavoro che non c'è: domani nel Sulcis arriva Bertone

Il segretario di Stato vaticano davanti ai disoccupati della Sardegna

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Il Papa torna in Sardegna. La Messa che il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, celebra domani a Portovesme, la sua visita fra gli operai in cassa integrazione, l'incontro con uno dei territori più depressi d'Italia, equivale a pieno titolo a una seconda venuta di Benedetto XVI nell'Isola.
È un segnale forte quella che arriva dalla Città del Vaticano. In filigrana vi si può leggere tutta la delicata e premurosa mediazione del sostituto Angelo Becciu, sardo di Pattada e numero tre della gerarchia pontificia. E insieme l'altrettanto discreta ma concreta sollecitudine dell'arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, che del Sulcis Iglesiente è stato vescovo alla sua prima esperienza pastorale, respirando il drammatico disagio di quelle popolazioni.
Per il cardinal Bertone si tratta di un ritorno nell'Iglesiente a distanza di vent'anni. Alla fine del '93, quando era vescovo di Vercelli, nella sua veste di presidente del movimento “Giustizia e Pace” guidò, al fianco del neo-vescovo Miglio, la marcia del Sulcis partita da San Giovanni Suergiu.
LE CRITICHE Nei mesi scorsi si erano levate critiche, anche pungenti, nei confronti dell'attuale pontefice, per non avere ricordato all'Angelus domenicale, nei suoi saluti finali, una delegazione degli operai dell'Alcoa, presenti e riconoscibili con striscioni e i loro caschi gialli in piazza San Pietro.
Equivoco poi chiarito, anche sulla stampa nazionale, in quanto al Papa non era arrivata alcuna segnalazione ufficiale della presenza dei lavoratori al momento della stesura dei consueti indirizzi di saluto.
Così come non sono passate inosservate le voci di un doloroso dissenso per il silenzio della Chiesa sarda in questo momento di particolare crisi economica e sociale, per la mancata presenza al fianco di lavoratori e sindacalisti nei momenti cruciali di questa aspra vertenza, sotto i palazzi cagliaritani e romani.
I VESCOVI Alla vigilia del Natale, di un Natale che si annuncia fra i più freddi e austeri degli ultimi anni, e non propriamente in senso evangelico, i vescovi della Sardegna fanno risuonare grave e solenne la loro voce. Pubblicando un messaggio rivolto alle dieci chiese diocesane dell'Isola e, assieme, a tutti “gli uomini di buona volontà”. Non un gloria o un alleluia , come il tempo natalizio richiederebbe, ma un più quaresimale miserere , a nome di tutti i derelitti della Sardegna, delle decine di migliaia di disoccupati, della schiera sempre crescente di famiglia che vivono sotto la soglia di povertà.
«Un grido di dolore» - scrive l'episcopato sardo nel suo messaggio di Natale - «che già la Chiesa fece risuonare dal santuario di Bonaria nel luglio del 2001, a chiusura del concilio plenario sardo. Sono trascorsi undici anni e il dramma si è trasformato in tragedia».
IL VICE PAPA Il cardinal Bertone arriva nel Sulcis per inaugurare una nuova linea della Portovesme srl in un territorio dove - scrivono ancora i vescovi sardi - «la mancanza del lavoro, la sua crescente precarietà e la sua insufficiente sicurezza, stanno generando la perdita della dignità, la fame, lo scoraggiamento». Citando la delegazione regionale per i problemi sociali e del lavoro, istituita nel 2001 dal concilio plenario sardo, «la disperazione ha sprigionato la fantasia anche nella scelta delle modalità di manifestare la protesta e il disagio: sopra i tralicci, sopra le torri, nei pozzi del carbone».
I DISPERATI E questa disperazione sarà consegnata direttamente al Papa nelle buste chiuse che due rappresentanti di ogni realtà in crisi - dall'Eurallumina all'Alcoa, dall'ex-Ila agli artigiani delle partite Iva - presenteranno al cardinale Bertone durante la messa (alle 11 nello stabilimento), al momento della preghiera dei fedeli. Una invocazione silenziosa e dignitosa per una condivisione, nella difesa del diritto al lavoro, che vada al di là della solidarietà e del ricordo nella preghiera comunitaria. «I cristiani devono combattere insieme a tutti gli uomini di buona volontà perché si affermi l'equità nella solidarietà e la comunità politica deve essere più attenta al mondo dei poveri e costruire per tutti il bene comune», scrivono ancora i vescovi sardi. Ricordando come proprio Benedetto XVI, nella sua visita nell'Isola, avesse affidato alla Chiesa il compito di far nascere «una nuova generazione di laici cristiani impegnati, capaci di cercare con competenza e rigore morale soluzioni di sviluppo sostenibile».
IL RISERBO La visita del cardinale segretario di Stato nel Sulcis è stata preparata nel massimo riserbo anche per gli aspetti legati alla sicurezza che l'arrivo del vice-Papa porta con sé e alla tensione sociale che si vive in questo territorio. Nei giorni scorsi la gendarmeria vaticana ha effettuato un sopralluogo in tutte le tappe del passaggio di Bertone che arriverà all'aeroporto di Elmas per poi trasferirsi a Portovesme. Prevista alla Messa solenne la partecipazione di tutti i vescovi della Sardegna, ci sarà in forze il clero sulcitano, i rappresentanti degli uffici diocesani della pastorale sociale e del lavoro, delegazioni del mondo sindacale e produttivo.
«Indubbiamente una visita-lampo ma di una straordinaria intensità», dice don Giulio Madeddu, responsabile dell'Ufficio stampa della diocesi di Cagliari, «soprattutto perché consente alla Chiesa sarda, quasi la vincola, a riprendere in mano il concilio plenario sardo che seppe leggere i segni dei tempi intuendo gli sviluppi della crisi del lavoro in Sardegna. Pagine che, nei principi e nelle proposte operative, sembrano scritte oggi».

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