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L'unione sarda. Il Pdl sardo alla ricerca dei nuovi parlamentari: rischiano molti uscenti

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In campo con il Cavaliere cercando di non perdere altri pezzi. La strada verso le elezioni politiche è ancora incerta ma il Pdl sardo non può permettersi di stare alla finestra. Troppe le incognite, a cominciare dal giorno del voto, che ancora non si conosce anche se con grande probabilità sarà a febbraio. C'è poi da capire se Berlusconi sarà il candidato premier o il padre nobile di un Pdl schierato per la leadership di Monti e se davvero solo la metà dei parlamentari in carica sarà ricandidata. Resta un'unica certezza: in pochi credono in un replay dell'exploit del 2008, quando il partito volò al governo del Paese con 276 deputati e 146 senatori. Dalla Sardegna 9 gli eletti a Montecitorio e 5 a Palazzo Madama. E la rappresentanza potrebbe ridursi alle urne «soprattutto - sostengono i ben informati - se a Berlusconi non verrà un'idea vincente».
GLI SCENARI Il ragionamento che si fa nei club è grosso modo questo: dando per scontato che l'ex premier faccia una campagna elettorale all'attacco, i parlamentari (in base ai sondaggi più recenti) potrebbero ridursi della metà. Nella migliore delle ipotesi, i sardi del Pdl scenderanno a otto: cinque deputati e tre senatori. Ed è in atto una forte mobilitazione per cercare di individuare facce nuove per il Popolo della Libertà. Sempre se, tra qualche mese, si chiamerà ancora così: sono note le volontà dell'ex premier di rifondare Forza Italia ma anche degli ex An di rimettersi in proprio. Forse in questa prospettiva oggi al Mediterraneo gli ex Alleanza Nazionale s'incontrano nel convegno Italiani di Sardegna. Interverranno Antonello Liori, Mariano Delogu, Carmelo Porcu e Teodoro Rodin. E domani una delegazione sarda, capitanata dal sindaco di Quartu Mauro Contini, sarà a Roma, all'Auditorium della Conciliazione, alle Primarie delle Idee, manifestazione promossa da Giorgia Meloni e Guido Crosetto. Per ora, tuttavia, si va avanti con la cernita dei candidabili. Come informa il coordinatore Settimo Nizzi «le organizzazioni provinciali sono state incaricate di fare una prima scrematura dei nomi, in base ad alcune semplici regole, che poi sottoporrò ai vertici nazionali». Regole che riguardano «il non aver subito condanne passate in giudicato e l'appartenere a un determinato territorio. In sostanza, basta con i Vella, i Barbareschi e i Saltamartini. Infine, non ci si potrà riproporre dopo tre mandati in Parlamento: eventuali deroghe», chiarisce Nizzi, «saranno decise a Roma». La scelta sarà difficile. Perché se da un lato Berlusconi sostiene che «è ora di dire basta ai professionisti della politica», dall'altro la storia politica di alcuni personaggi farebbe propendere gli stessi vertici, ora incerti, per una deroga.
LE CANDIDATURE I tre mandati li ha superati il vicecapogruppo alla Camera ed ex sottosegretario Salvatore Cicu, che boatos interni riferiscono in bilico dopo essere stato tra i pionieri di un partito, allora era Forza Italia, nato dal nulla nel 1994. Dati in uscita da Montecitorio anche Piero Testoni e Giuseppe Cossiga. Tra l'altro, Cicu e Testoni erano tra i più convinti sostenitori della candidatura di Angelino Alfano alle primarie, prima che il ritorno in campo dell'ex premier azzerasse ogni discorso sulla leadership. E Cossiga faceva il tifo per Crosetto. Con loro è in forse Carmelo Porcu, ex An, in Parlamento da quando esiste il centrodestra. Ai saluti anche Paolo Vella e Luca Barbareschi. In campo dovrebbero scendere una pattuglia di giovani e qualche donna, a garanzia della parità di genere.
GIOVANI E DONNE Una di queste potrebbe essere Claudia Lombardo, presidente del Consiglio regionale, berlusconiana, giovane e con un bagaglio di esperienza politica maturato in via Roma tale da garantirle un trasferimento in scioltezza a Montecitorio. Potrebbe esserci spazio anche per l'assessore all'Industria Alessandra Zedda, che completerebbe un cursus honorum iniziato nelle circoscrizioni. Non è da escludere la candidatura di Tiziana Terrana, consigliere comunale a Monserrato. Tra i giovani, sempre se accetteranno il coinvolgimento, in rampa di lancio ci sono Pierluigi Saiu, coordinatore dei giovani del Pdl, Stefano Schirru, coordinatore a Cagliari, Massimo Putzu, olbiese, ex presidente di Confindustria. Tra i confermati, per ora, potrebbero esserci solo Bruno Murgia, Mauro Pili e il coordinatore Nizzi. Complicato il discorso anche per il Senato, dove si salverebbe solo Fedele Sanciu. Considerata la rottura con il Cavaliere, dovrebbe non essere riproposto Beppe Pisanu. Non si ricandiderà Mariano Delogu e difficilmente ci sarà spazio per Silvestro Ladu e Filippo Saltamartini. Tra i possibili nuovi candidati, l'ex sindaco di Cagliari Emilio Floris (sempre che resti nel Pdl), il vicepresidente della Regione Giorgio La Spisa, l'ex capogruppo Mario Diana e il capogruppo in Consiglio regionale in carica Pietro Pittalis. Salvo, naturalmente, nuovi colpi di scena.

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