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La nuova sardegna. La Sardegna perde 2 posti in Parlamento

Dopo il censimento 2011 ripartiti i seggi nei collegi in tutta Italia: l’isola scende da 18 a 17 alla Camera e da 9 a 8 al Senato

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di Filippo Peretti

CAGLIARI La Sardegna subisce un nuovo taglio, ma stavolta la colpa è sua. Dopo il censimento del 2011 c’è stata la nuova ripartizione dei seggi parlamentari e l’isola ha perso un seggio alla Camera e un seggio al Senato, scendendo complessivamente da 27 a 25. A essere penalizzate sono anche altre regioni del Mezzogiorno, mentre le aree del Paese dove l’immigrazione ha consentito un aumento della popolazione residente sono state premiate con nuovi posti in Parlamento. Il decreto del presidente della Repubblica è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24 dicembre e ha colto di sorpresa le forze politiche. Il primo a dare la notizia è stato il leader della Destra, Francesco Storace, il quale ha colto la sorpresa per sferrare un nuovo attacco al governo dei tecnici: il mancato preavviso rischia di creare problemi – ha detto l’ex presidente della Regione Lazio – nella raccolta delle firme per la presentazione delle liste. Vediamo cosa succede in Sardegna. Nel 2008 l’isola ha eletto alla Camera 18 deputati. Il 24 e 25 febbraio ne eleggerà 17. Il diciottesimo è comunque recuprabile (dipenderà soprattutto dal numero dei votanti) con un eventuale resto nel collegio unico nazionale. Per il Senato la situazione è diversa: il seggio perso (da 9 si scende a 8) non è recuperabile perché la ripartizione dei resti avviene nell’ambito regionale. Al la Camera la riduzione di un seggio può penalizzare in Sardegna sia la lista-coalizione vincente sia quelle perdenti: tutto dipenderà dal resto ottenuto in Sardegna in relazione a quelli delle altre regioni. Invece, al Senato, a risultare penalizzata dovrebbe essere in ogni caso la lista perdente: tanto che a caldo gli esperti dei partiti nell’isola prevedono che 5 seggi andranno ai vincitori, 3 (e non 4, come di solito) ai perdenti. La notizia della nuova ripartizione dei seggi era nell’aria ma il risultato ha colto di sorpresa, come s’è detto, i partiti sardi. Basti pensare che il Pd, tra le primarie del 30 e la scelta dei capilista assieme al segretario nazionale, si è messo al lavoro per scegliere 27 nomi. Dovrà ora rivedere conteggi e previsioni perché sia alla Camera sia al Senato ci sarà un posto meno sicuro di prima. La novità non è stata accolta positivamente neanche dal Pdl. Non ci sono dichiarazioni ufficiali, ma il clima non è dei migliori: rispetto al 2008, a meno di un colpo di scena clamoroso, stavolta la vittoria di Berlusconi appare meno probabile. I possibili candidati del Pdl, che già non facevano più affidamento sul premio di maggioranza, ora avranno un altro seggio in meno su cui sperare. Il taglio al Senato penalizza anche le liste minori, come Sel nel centrosinistra e i neonati Fratelli d’Italia nel centrodestra: tanto che non viene escluso (anzi l’ipotesi viene ora rafforata) che i due partiti possano presentarsi nell’isola in una lista unitaria rispettivamente con il Pd e con il Pdl proprio per non sprecare alcun voto. E il seggio in meno al Senato rischia di complicare i sogni dei centristi sardi di andare finalmente a Palazzo Madama.

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