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L'unione sarda. Una lana da business

RICERCA. Primo premio regionale agli studenti dell'istituto agrario

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Premio nell'immediato una lavagna multimediale che renderà più piacevoli, e forse anche più semplici, le lezioni. Premio a lunga scadenza la consapevolezza che i frutti della terra e i prodotti d'allevamento, se riqualificati in senso multifunzionale, possono rappresentare le nuove frontiere dello sviluppo economico di questa provincia. Primi classificati al concorso “Rural I like” indetto dal programma di sviluppo rurale della Regione, i ragazzi della quarta A dell'Istituto tecnico agrario sono stati davvero bravi. Il loro progetto, la lana come isolante edile e modulatore di suono nei mixer, diffusori acustici e microfoni, nella filosofia che una risorsa della quotidianità agreste può essere valorizzata da uno sguardo avveniristico. Il lavoro per immagini che hanno realizzato, in questi giorni è esposto all'Ex Mà di Cagliari. Alla base la minuziosa analisi scientifica e storica di quello che anticamente era il tessuto principe del vestiario, fonte diretta di tepore e conforto e soprattutto materiale isolante per eccellenza.
DAL PASSATO AL FUTURO Ritorno a su connottu, dunque, che parte però da avanzatissime indagini tecnologiche sotto la guida della loro insegnante di chimica, Nicolina Mureddu: «La dimostrazione che quando gli studenti si mettono in gioco seriamente e si impegnano con passione i risultati arrivano», osserva la docente, «allo stesso tempo la certificazione che qualsiasi produzione viene ottimizzata da idee innovative e creatività proiettata al futuro. La gioventù porta sempre novità e bisognerebbe ascoltarla di più cercando di convogliarne impulsi ed energie verso ulteriori spunti. Senza mai perdere di vista le tradizioni e gli insegnamenti di chi ci ha preceduti, perché non dobbiamo dimenticare che senza i nostri pastori non saremmo potuti essere ciò che siamo».
LE VIRTÙ NASCOSTE Tutte le prerogative nascoste della lana dunque: come coibentante per tetti al posto di altre coperture meno ecosostenibili, nei diffusori sonori come riempimento per attutire gli acuti. In un certo senso un'evoluzione in chiave tecnologica di su mantone, il plaid dei nonni. A puntellare la proposta lo studio di tutte le componenti della pelle della pecora, e in più l'excursus storico degli strumenti per filarla, dal telaio verticale a quello orizzontale, e il suo utilizzo dalle coperte, appunto, alla bisaccia, sa bertula, per cavallo e asino, passando per i tappeti silanesi, i copriletto, le bardature per i destrieri nei giorni di festa, gli zippones dell'abito maschile, i filati della gonna femminile e l'orbace in tutte le sue varianti.
Francesca Gungui

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