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L'unione sarda. «I contratti sul latte devono essere scritti Norma da rispettare»

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Nero su bianco. Il passaggio del latte, dal produttore al trasformatore, dovrà avvenire attraverso un contratto fra le parti, in cui dovranno essere scritti il prezzo, la durata, il volume della produzione, la qualità, le modalità di raccolta e consegna e i periodi e le procedure di pagamento. La novità è scattata il 12 ottobre: il ministro dell'Agricoltura, Mario Catania, ha firmato il decreto di attuazione del “pacchetto latte”, che consente anche agli allevatori di usufruire della contrattazione collettiva per la consegna del latte crudo, in deroga alle norme sulla concorrenza. Ma non è tutto.
IL PECORINO Il provvedimento contiene le disposizioni per l'approvazione dei piani produttivi funzionali alla regolamentazione dell'offerta dei formaggi Dop. In questo modo, la programmazione produttiva del pecorino romano, adeguando la domanda all'offerta, potrà evitare le sovrapproduzioni che, ciclicamente, hanno determinato il crollo del mercato del latte ovino in Sardegna.
IL PACCHETTO LATTE Il decreto consente dunque l'operatività in Italia del “pacchetto latte” dell'Ue. Inoltre, la previsione di una forma obbligatoria di contrattazione scritta per le consegne ai primi acquirenti risulta in linea con quanto stabilito anche per gli altri prodotti agroalimentari, nell'articolo 62 della legge sulle liberalizzazioni. La norma introduce, poi, la programmazione dell'offerta dei formaggi Dop e Igp.
UN'ARMA IN PIÙ «La novità rivoluziona le relazioni contrattuali nel settore del latte, soprattutto in quello ovicaprino», commenta Ignazio Cirronis, presidente regionale di Copagri. «Le Op, riconosciute per il settore ovicaprino, hanno un'arma in più per rendere trasparente il mercato del latte». Parla di «rivoluzione copernicana» Coldiretti Sardegna che sottolinea un altro aspetto: «I pagamenti dovranno avvenire entro 30 o 60 giorni, rispettivamente per i prodotti deperibili e non. Trascorso tale tempo decorreranno in automatico gli interessi di mora a vantaggio dei produttori agricoli».
LA REGIONE «L'assessore dell'Agricoltura, Oscar Cerchi», continua Cirronis, «deve provvedere rapidamente, prima che i pastori siano strozzati dalle caparre, a convocare le parti in causa ai fini dell'attuazione del decreto e per favorire la stipula di contratti in grado di remunerare al meglio il lavoro dei pastori». Sulla stessa linea Pietro Tandeddu, Copagri Sardegna: «La Regione deve anche provvedere a sensibilizzare il consorzio di tutela del pecorino romano perché discuta e approvi il piano produttivo per la prossima campagna, stabilendo un'ulteriore riduzione della produzione, con l'obiettivo di consolidare la crescita delle quotazioni». E in serata Cherchi si è detto pronto a intervenire, pur invitando le associazioni a non polemizzare: «Senza necessità di superflue sollecitazioni - dice Cherchi - ho già inoltrato ad Argea la nota con la quale è stata prorogata a fine gennaio 2013 la scadenza per la presentazione delle domande di aiuto per la diversificazione produttiva, il famoso articolo 7 della legge 15. Anche questo fa parte di una serie di interventi con i quali stiamo proseguendo il cammino verso una giusta remunerazione del prezzo del latte».
Lanfranco Olivieri

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