Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

La nuova sardegna. Spazzatura, le tariffe crescono del 25%

Nell’isola non aumenteranno le addizionali regionali. Ricadute negative dagli altri rincari decisi su scala nazionale

Condividi su:

di Pier Giorgio Pinna

SASSARI Anno nuovo, tariffe nuove. E una nuova stangata. Anche per i sardi. Arriva però una notizia in parte positiva rispetto ad altre zone d'Italia: nel 2013 non ci saranno ritocchi per le aliquote Irap e per l'addizionale regionale Irpef. Tradotto dallo slang dei tecnicismi basati sulle abbreviazioni, nel linguaggio corrente significa un'unica cosa: non troveremo le buste paga più falcidiate del solito, almeno dal fisco locale. «Ma non tirate un respiro di sollievo troppo forte», s'affannano a precisare subito sindaci e amministratori. «Se dal primo gennaio aumentano i costi generali di voci come poste e gas per riscaldamento, nell'isola una mazzata consistente arriverà comunque», chiariscono in tanti. E su questo fronte l’ennesima sforbiciata ai risparmi sarà legata alla Tares: l'imposta sostituirà Tarsu o Tia. E - quasi inutile sottolinearo - porterà con sé più gravosi esborsi per i contribuenti. Fenomeni mimetici. Già perché a queste latitudini ci sono cose immodificabili. Mutano sigle e acronimi. Resta invariato l'aspetto di fondo: stavolta è la crescita delle spese per garantire la raccolta delle immondizie in paesi e città. Non siamo in Sicilia ma in Sardegna, eppure il vecchio vizio magistralmente descritto dal palermitano Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel "Gattopardo" («Se vogliamo che tutto rimanga com'è, bisogna che tutto cambi»), vale a maggior ragione in questo caso. E ciò per via della costante, irrefrenabile, escalation nella richiesta di contributi pubblici. Magari mascherati sotto vesti formalmente differenti. Dunque, preparatevi, e prepariamoci. Innanzitutto a mettere mano ai portafogli, sempre più senza soldi per mille ragioni e da oggi con una motivazione in più. La Tares o Tassa sui rifiuti e sui servizi non avrà solo un nome diverso. Diventerà parecchio più salata: in media del 25% . Il lato positivo. Ma come mai nell'isola non crescono le addizionali? Dalla direzione regionale del Bilancio, guidata da Franco Sardi, spiegano di non aver avuto indicazioni dalla giunta Cappellacci per tenere conto di possibili aumenti. Il che rientra nel quadro delle ultime dichiarazioni più recenti fatte in Consiglio dall'esecutivo di centrodestra negli ultimi mesi. La stessa linea di tendenza viene riaffermata da un altro alto funzionario, Antonio Cambus, che dirige il servizio delle Entrate. «Le aliquote Irap resteranno bloccate al 3,90% mentre l'Irpef rimarrà all'1,23% _ puntualizza _ Nessun aumento quindi rispetto al 2012 e al 2011».«Nell'isola ci sono forse altri motivi di apprensione sociale, ma la mancanza di variazioni sotto questo profilo nella tassazione locale consente per fortuna di dire che almeno in questo caso l'allarme riguarderà solo regioni diverse dalla nostra», è la conclusione di Cambus. L’opposizione. «Ipotizzare aumenti del genere sarebbe del resto stato senza senso _ sostiene il vicepresidente del Consiglio Mario Bruno, del Pd _ Le politiche della Regione devono andare sempre di più verso una maggiore crescita a vantaggio delle nostre imprese, dalla creazione di zone franche ad altre iniziative importanti in questa stessa direzione. Con l'anomalia di uno Stato che deve ancora restituire alla Sardegna 2 miliardi legati alle entrate fiscali non ci sarebbe stata davvero alcuna ragione per imporre ai cittadini sardi ulteriori sacrifici e oneri». «Resta invece aperto il versante dei Comuni circa la Tares, sulla quale la Regione ha pochissimi margini operativi _ rileva ancora Bruno _ Purtroppo si calcola che il rincaro in questi casi sarà mediamente nell'ordine di un'ottantina di euro a famiglia. Che cosa si può chiedere allora, in cambio di questo nuovo ritocco, alle amministrazioni municipali? Io penso che il minimo d'ora in poi sia quello di pretendere bilanci chiari e trasparenti, con capitolati d'appalto, regole per le manutenzioni e norme per l'illuminazione e gli altri servizi altrettanto limpide e cristalline. I cittadini devono avere riscontri esatti di come vengono spesi i loro denari». I lati negativi. Su aumenti altrove generalizzati, vedi quelli per l'acqua, in Sardegna si dovranno prima esprimere le Autorità d'ambito. Ma appaiono subito evidenti alcune altre ricadute sfavorevoli per l'isola delle scelte fatte a Roma di recente. È il caso degli aeroporti. A Fiumicino, per esempio, le tasse a carico dei passeggeri saliranno da 16 a 26,50 euro per ciascun biglietto. E qual è l'hub maggiormente preso d'assalto dai sardi in transito se non quello della capitale? E tutto questo senza considerare i contraccolpi per i flussi turistici che fanno riferimento diretto o indiretto proprio a questo scalo per i voli in arrivo nell'isola. Analogamente, in una terra dove vengono elevate in percentuale più contravvenzioni che altrove spesso a causa delle pessime condizioni nelle quali sono lasciate le strade, le multe riviste verso l’alto faranno crescere il malumore degli automobilisti sardi finiti nel mirino di polizia e carabinieri. Consumatori. Dopo l’Imu e tanta bollette a lievitazione continua, per parecchia gente nell’isola alle prese con mancanza di lavoro e mille guai, si preannuncia così l’ennesima stangata di proporzioni preoccupanti. Anche perché i rincari sono trasversali: toccano tutti i comparti. Su scala regionale le associazioni che si battono per la tutela dei cittadini calcolano che il potere d’acquisto di ciascuna famiglia sarà intaccato di un altro 4-5%. Situazione sulla quale inciderà anche il possibile ritocco delle assicurazioni. Uno dei pochi settori scampato alla mannaia nell’isola? L’aumento delle tariffe autostradali. Non un privilegio, certo. Solo la conseguenza di un’altra ingiustizia ai danni della Sardegna, unica regione senza autostrade e, quindi, senza pedaggi.

Condividi su:

Seguici su Facebook