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L'unione sarda. Il pm convoca i capigruppo

Pittalis (Pdl) sentito come testimone alla vigilia di Natale

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Duemilacinquecento euro al mese per ognuno degli 80 consiglieri regionali. Duecentomila euro mensili da moltiplicare per la durata dell'intera legislatura, cinque anni: dodici milioni di euro che raddoppiano perché gli accertamenti riguardano anche i cinque anni precedenti.
L'inchiesta-bis sui fondi erogati ai gruppi consiliari passa al setaccio spese per 24 milioni di euro. E questa volta la Procura di Cagliari accelera i tempi: dopo l'acquisizione dei documenti presso l'Ufficio della Presidenza del Consiglio, il sostituto procuratore Marco Cocco ha convocato i capi dei gruppi più numerosi. Ha cominciato, in gran segreto, poco prima di Natale, col capogruppo del Pdl Piero Pittalis, e ha proseguito ieri mattina con i capigruppo del Pd Giampaolo Diana e l'ex del Pdl, ora di “Sardegna è già domani”, Mario Diana. Pittalis si è presentato, puntuale, in Procura con le carte che documentano le spese sostenute dai 25 componenti del suo gruppo, seppure circoscritte a un periodo limitato, dal luglio 2012 al 15 ottobre dello stesso anno. Il motivo è semplice: fino al mese di giugno il gruppo Pdl è stato presieduto da Mario Diana, dal 16 ottobre invece, come previsto dal nuovo regolamento adottato dal collegio dei questori, la gestione dei fondi è passata al commissario (per il Pdl al consigliere regionale Angelo Stochino).
GLI AMMALATI Quanto a Giampaolo Diana e Mario Diana, ieri mattina hanno dato forfait: il capogruppo del Pd ha comunicato via mail il suo legittimo impedimento dovuto all'influenza mentre l'esponente di “Sardegna è già domani“, ricoverato in ospedale domenica notte, ha chiesto uno slittamento attraverso l'avvocato Mariano Delogu.
I PROCESSI Nulla di fatto dunque, ieri mattina: al momento l'inchiesta registra la sola testimonianza di Pittalis, peraltro l'unico prosciolto dall'inchiesta principale che vede 20 consiglieri regionali, dei gruppi Misto e Sardegna Insieme, rinviati a giudizio: per il senatore Silvestro Ladu il processo dovrebbe cominciare venerdì, il 6 febbraio sarà la volta di Adriano Salis che ha scelto il rito abbreviato, gli altri (l'eurodeputato Giommaria Uggias, gli assessori regionali Oscar Cherchi e Mario Floris, Carmelo Cachia, Giuseppe Giorico, Sergio Marracini, Salvatore Serra, Tore Amadu, Renato Lai, Alberto Randazzo, Giuseppe Atzeri, Beniamino Scarpa, Maria Grazia Caligaris, Raimondo Ibba, Pierangelo Masia, Raffaele Farigu, Peppino Balia e Vittorio Randazzo) compariranno davanti al Tribunale di Cagliari il 19 aprile. Tutti devono rispondere di peculato, il solo Atzeri deve difendersi anche dall'accusa di abuso d'ufficio, maltrattamenti, lesioni e falso: si tratta del mobbing denunciato dalla funzionaria regionale Ornella Piredda che ha dato il via all'inchiesta.
IL REGOLAMENTO Il 21 dicembre Pittalis si è presentato dal pm Cocco - in veste di testimone - con la documentazione delle spese effettuate dai consiglieri del gruppo Pdl e ha ricordato che, subito dopo l'avvio della prima inchiesta, il suo partito ha predisposto un regolamento sulle modalità di spesa dei fondi destinati all'attività politico-istituzionale del gruppo. Quindi ha illustrato le nuove regole adottate dal Collegio dei questori: da tre mesi i capigruppo non devono più occuparsi della gestione dei fondi che, comunque, non vengono assegnati ogni mese ai singoli iscritti. Ora funziona così: i consiglieri indicano al capogruppo l'attività politica da svolgere (per esempio, un convegno sulla continuità territoriale o il supporto di un tecnico per la presentazione di una proposta di legge) e consegnano la pezza giustificativa all'amministratore il quale provvede a saldare il conto. Il gruppo valuta la conformità dell'attività proposta dal singolo consigliere e conserva il documento che prova la spesa. Insomma, sembra non esserci più posto per le spese pazze saltate fuori nel corso della prima indagine, come l'acquisto dei sensori per il parcheggio, le trasferte durante le feste, i viaggi per assistere alla lectio magistralis di Eugenio Scalfari, gli aiuti per bisognosi e colf in lotta per il posto di lavoro, i versamenti al proprio partito, lo studio del ballo tradizionale gallurese, l'acquisto di auto di lusso per i collaboratori, pranzi, cene, colazioni e aperitivi. A proposito delle spese al ristorante, in verità sono previste dal regolamento purché durante le pause di lavoro all'interno del palazzo del Consiglio regionale.
Queste le regole, cambiate dopo la prima inchiesta: al magistrato il compito di verificare se siano state realmente rispettate.
M. F. Ch.

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