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L'unione sarda. Il banchiere Samorì schiera sindaci ed ex amministratori

Pronto l'elenco per l'Isola

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L'avvocato-banchiere vuole togliere ai ricchi per dare ai poveri. «È necessario - dice Gianpiero Samorì - restituire potere d'acquisto ai redditi medio-bassi». Quindi ecco la patrimoniale una tantum. Le liste sarde dei Moderati sardi in rivoluzione sono pronte: 17 nomi su Montecitorio, 6 per Palazzo Madama. Alla Camera spiccano in due: Fabrizio Mereu, sindaco di Ortacesus, e Giampaolo Marchi, l'ingegnere cagliaritano che è stato assessore all'Urbanistica nella giunta Floris (dal 2000 al 2004). Leader per il Senato è Andrea Pala, capogruppo Pdl nella Provincia di Sassari.
Avvocato, quale rivoluzione possono fare i moderati?
«Lo insegna la storia: la Democrazia cristiana, archiviato il secondo conflitto mondiale, ha dato via alla riforma agraria e all'alfabetizzazione delle masse, per fare due esempi».
Ma quasi sessant'anni dopo cosa serve?
«L'Italia deve costruire un nuovo modello di sviluppo. Non più un capitalismo di clientele, ma uno meritocratico. Dobbiamo riappropriarci della cultura ambientale: non è pensabile autorizzare nuovi metri cubi, bisogna riqualificare l'esistente».
Lei vuole un Parlamento ridotto.
«Certamente. L'istituzione Italia costa troppo. Dobbiamo allinearci alla media europea, in termini di rappresentanza e stipendi. Non solo: se il Quirinale funziona con un miliardo l'anno, qualcosa non va. Per Buckingham Palace e l'Eliseo, messi insieme, si spende meno».
Nella sua rivoluzione c'è anche l'abbattimento del debito pubblico. Come si fa?
«Il nostro percorso è diviso in quattro asset. Intanto va acquisito il patrimonio in capo alla Banca d'Italia. Tra riserve auree e valutarie stiamo parlando di 250 miliardi. Altri 350 si recuperano dalle proprietà delle fondazioni bancarie e non. In una forbice compresa tra i 50 e i 100 miliardi bisogna dismettere il patrimonio pubblico. E poi, la tassa una tantum su chi possiede ricchezze per un valore superiore ai dieci milioni».
Per la Sardegna cosa c'è nel suo programma?
«Nell'alveo di quel nuovo modello di sviluppo da impostare, saranno i parlamentari eletti nell'Isola a individuare i settori su cui puntare per rilanciare l'economia».
Chi vincerà il 24 febbraio?
«È presto per dirlo. Ma speriamo che a noi vada bene».
Alessandra Carta

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