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L'unione sarda. Cappellacci fermo al 44%

Il presidente non risale nella classifica stilata dal Sole 24Ore Tra i sindaci in picchiata Zedda (Cagliari), bene Bianchi (Nuoro)

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Ugo Cappellacci fermo al 44%, cioè il 7,9% in meno rispetto alle elezioni del 2009, crolla il consenso di Massimo Zedda a Cagliari (-12 per cento rispetto alle rilevazioni dell'anno scorso) quarantunesimo in Italia e fanalino di coda per gradimento tra i sindaci dei capoluoghi di provincia sardi.
I DATI SARDI Il governatore occupa il quattordicesimo posto nella classifica annuale stilata dall'Istituto IPR Marketing per Il Sole 24Ore. Rispetto alle elezioni del 2009, Cappellacci è in coda appena preceduto dall'abruzzese Giovanni Chiodi (45%). Tra i sindaci, dopo un anno e mezzo dal voto, in picchiata il consenso del cagliaritano Massimo Zedda: il suo gradimento scenderebbe al 54%, con 5,4 punti in meno rispetto al giorno delle elezioni. Si conferma in testa nell'Isola (decimo a livello nazionale), al 60%, seppur con -5,9 punti, il sindaco di Sassari Gianfranco Ganau. L'unico ad accrescere il proprio appeal, attestandosi al secondo posto nell'Isola e al venticinquesimo in Italia, è il nuorese Alessandro Bianchi: +1,7 rispetto al giorno delle elezioni, dal 55,3 al 57%. Perde 2,1 punti rispetto al giorno delle elezioni l'oristanese Guido Tendas (56%, trentunesimo in Italia).
LE REAZIONI Cappellacci preferisce non commentare il Governance poll, effettuato tra settembre e dicembre su un campione di duemila intervistati per regione per il governatore e di 800 elettori per quanto riguarda i sindaci delle città. A difenderlo pensa il capogruppo del Pdl Pietro Pittalis: «Il 44% è risultato senz'altro migliorabile, ma alto in termini assoluti», dice. «Da noi forse si sentono di più gli effetti della crisi e il trattamento negativo ricevuto dal governo tecnico». Cauto, sul fronte dell'opposizione, il leader di Sel Luciano Uras: «Credo che il minimo che ci si potesse aspettare è che chi è a capo delle autonomie locali paghi il prezzo dell'accresciuta imposizione fiscale sulle famiglie, anche quelle più povere». Critico il capogruppo Pd Giampaolo Diana: «Cappellacci è un campione», dice. «Per il secondo anno consecutivo è il meno amato tra i suoi conterranei. Non mi meraviglia, alla luce dei fatti». Salva invece Zedda: «Non è paragonabile a Cappellacci. Sta pagando la difficoltà che i sindaci hanno nel dare risposte ai cittadini dopo i tagli del governo ai servizi».
I SINDACI IN ITALIA In testa tre sindaci del Mezzogiorno. Al primo posto si piazza Vincenzo De Luca, primo cittadino di Salerno (con il 72%). Al secondo, col 71, Leoluca Orlando (Palermo) precede Marco Zambuto, eletto per il Terzo Polo alla guida di Agrigento (70%). Dopo il trio di testa, c'è il leghista Flavio Tosi: riconfermato alla guida di Verona, cresce di quasi nove punti (8,7%) rispetto al giorno delle elezioni, arrivando al 66%. Da notare comunque che sono 15 gli amministratori che registrano un risultato superiore o pari al 60% mentre sono 71 quelli che godono del consenso di un cittadino su due. Merita menzione l'incremento di Giuliano Pisapia a Milano, al 60% con un +4,9 per cento dal giorno delle elezioni. Cala invece il consenso di Luigi De Magistris (Napoli): l'anno scorso risultò vincente nella classifica del Governace poll, oggi scende al 59%.
I GOVERNATORI Cambio al vertice della graduatoria dei presidenti di Regione: la vetta viene conquistata dal presidente toscano Enrico Rossi: con il 59% precede il presidente del Veneto Luca Zaia, secondo con il 58. Segue al terzo posto, al 56%, il presidente emiliano, Vasco Errani, che rispetto all'elezione cresce del 3,9. Dietro il trio di testa c'è il marchigiano Gian Mario Spacca, che con il 54% migliora il risultato elettorale, e immediatamente dietro Claudio Burlando (Liguria), che al 53 cresce di quasi un punto rispetto alle elezioni. Seguono i presidenti di Basilicata e Umbria, De Filippo e Marini, al 52 e 51%. Appaiati, al 50, i presidenti di Campania e Puglia, Caldoro e Vendola.
Lorenzo Piras

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