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La nuova sardegna. Il sindaco di Cagliari: non mi demoralizzo

«Come tanti colleghi ho lavorato per reggere l’urto della crisi senza intaccare servizi essenziali»

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CAGLIARI Il calo di consensi e apprezzamento era nell’aria ma forse neppure lui si aspettava una caduta, che fa male più all’immagine che alla sostanza, nel tradizionale indice di gradimento tra i sindaci nazionali. La classifica sulla popolarità e l’apprezzamento dei primi cittadini stilata dal quotidiano economico milanese sancisce la fine della luna di miele tra Zedda e la sua città. I dati prima di tutto. Zedda è al 41esimo posto nella speciale classifica, su 101 sindaci, in compagnia dei colleghi di Brindisi, Frosinone, Padova, Cosenza e Aosta, con un indice di gradimento di 54. La perdita è di 12 punti rispetto al sondaggio del 2011; la peggior performance insieme a quela dei colleghi di Napoli e Crotone. Zedda era stato eletto con quasi il 60 per cento dei consensi e quindi anche in questo caso si tratta di una perdita di consenso, ancora più grave perchè lo porta all’ultimo posto tra i sindaci dei capoluoghi di provincia sardi. Le cause di questa perdita di appeal risentono sicuramente nella generale crisi che ha toccato l’isola e anche il suo capoluogo, ma anche, e forse soprattutto su tre scogli che Zedda non è riuscito a superare. Su due le sue dirette responsabilità sono pressochè nulle, perchè sulle vicende dello stadio di Sant’Elia e del Poetto si è trovato a gestire, senza soldi e con pesanti problemi amministrativo penali, due dossier aperti e resi ingarbugliatissimi dalle giunte guidate da Emilio Floris. Il terzo scoglio invece è stato il risultato delle sue scelte sinora non accolte con favore: la travagliata gestione delle nomine ai vertici del Teatro Lirico. Questa, unita a un rifuggire la ribalta forse corretto ma non certo foriero di apprezzamenti, ha inciso sulla sua azione di governo. La “bocciatura” nelle pagelle del Sole non scompone però più di tanto il primo cittadino. «Come non ci si era esaltati per i sondaggi dello scorso anno, non ci si demoralizza per la classifica pubblicata dal Sole 24Ore. E' certamente uno stimolo a fare meglio –ammette Zedda – preoccupa, invece, il calo generalizzato del gradimento dei sindaci in tutto il Paese: che sarebbe stato un anno difficile lo sapevamo, e in tanti amministratori abbiamo lavorato per reggere l'urto della crisi senza intaccare i servizi essenziali. Quello che non immaginavamo era il dover rivedere le nostre prospettive ogni 15-20 giorni, a seconda delle decisioni che si prendevano a Roma. In queste condizioni non è semplice programmare, ed è chiaro che i sindaci sono il primo riferimento per il malcontento dei cittadini». Giustificazioni corrette, ma che non reggono a fronte del sostegno che altri primi cittadini hanno avuto e hanno mantenuto: fuori dalla Sardegna si possono citare i casi di Milano (Pisapia) e Padova (Zanonato), per restare nell’ambito del centrosinistra, o Verona (Tosi), per la Lega, che nonostante tutto hanno visto chi confermare chi addirittura rafforzare i propri consensi. Ma il paragone che forse brucia di più è quello con Ganau, che mantiene uno score più alto e non perde consensi rispetto allo scorso anno. Segno che il calo di apprezzamento verso Zedda di questa aleatoria ma comunque significativa classifica, è tutto nelle sue scelte, e forse in un basso profilo che agli occhi della gente comune viene sentito come debolezza. (g.cen.)

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