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L'unione sarda. Sorpresa, davanti all'Olbia adesso c'è il Taloro

CALCIO ECCELLENZA. Domenica contro l'ex capolista centrati settima vittoria consecutiva e il primo posto

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GAVOI Una squadra che non spende ma sa semplicemente giocare a calcio. Eccolo il segreto del primato del Taloro Gavoi. La squadra di Ivan Cirinà ha ritrovato la vetta della classifica del campionato di Eccellenza battendo una grande Olbia e giocando un bel calcio. A dimostrazione che il paese dei balocchi, quello dove i giocatori raccolgono fondi per la società, esiste: si chiama Gavoi. Il primato arriva dopo che i barbaricini avevano già assaporato il gusto della vetta: era la terza giornata di campionato quando il Taloro era primo con il Latte Dolce. Primo posto perso nel match successivo, ma riacciuffato domenica con una prova di forza, battendo la capolista.
Dopo sette vittorie di fila il Taloro ci crede o almeno ci prova. La parola Serie D non è tabù, anche se il traguardo è lontano, gli avversari attrezzati. «La squadra c'è, è giovane, il paese ci sostiene, abbiamo un pubblico stupendo», dice Roberto Mele, bandiera rossoblù che da undici anni veste la maglia del Taloro. Squadra che ha il record di permanenza nel massimo campionato regionale visto con tredici partecipazioni consecutive nell'Eccellenza.
È un dato che spiega da dove arriva il primo posto di questo Taloro. «Questo», racconta il capitano «è il frutto del lavoro di tanti anni, merito di una dirigenza seria che ha saputo programmare. È stato un crescendo, si è migliorato sempre qualcosa, anche in passato la squadra era competitiva e si poteva aspirare a qualcosa in più».
Adesso il Taloro è diventato vincente: due anni fa a Dorgali ha alzato la prima, storica Coppa Italia Dilettanti dopo aver battuto in finale il Tortolì, e l'anno scorso è stata sconfitta nella finale di Macomer solo dalla Torres di Giorico, chiudendo al quinto posto in campionato. A guardare i numeri (e paragonandoli a quelli delle ultime due stagioni) si scopre che dopo 17 giornate il Taloro nella stagione 2009/10 era solo undicesimo con appena venti punti in un torneo dove la capolista Sant'Elia comandava con trentasette punti. Gli stessi del Taloro di oggi e che allora si concentrò sulla coppa, vincendola.
L'anno scorso la squadra gavoese si è migliorata tantissimo, e dopo 17 gare era al terzo posto con 35 punti, dietro la Torres (46) ed Olbia (43). Insomma il Taloro Gavoi va come il Sant'Elia dell'Eccellenza e meglio del Taloro dell'anno scorso, ma anche se gli ultimi campionati rispetto a questa stagione erano non a sedici ma a diciotto squadre. «La differenza è che siamo cresciuti e il campionato è più equilibrato, in più quest'anno ci sono molti fuoriquota e noi ne abbiamo tanti forti», continua Mele. «La vittoria di domenica è merito nostro e non demerito dell'Olbia. Abbiamo giocato una bella gara, ma quella gallurese è una grande squadra, sarà tosta tenerla dietro sino alla fine. Però, a questo punto, dobbiamo provare ad arrivare sino in fondo, non so se la società ha mai pensato alla Serie D ma siamo là e dobbiamo crederci».
Undici anni sono una vita per un calciatore che non ha mai voluto lasciare il Taloro. «Gavoi è come una famiglia, ho un ottimo rapporto con tutti i miei compagni, un rapporto che va oltre il calcio: mi piacerebbe ripagare con una vittoria».
Fabio Ledda

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