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L'unione sarda. Fondi Ue, le promesse del governo

Il ministro: «Se l'Europa taglia le risorse le garantiremo noi»

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Meglio dare fondi in più a quattro regioni italiane che a cinquantuno regioni europee. È più o meno questo il ragionamento che il ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca ha fatto ieri mattina a Ugo Cappellacci per motivare il (quasi) no del governo italiano alla permanenza di Sardegna, Abruzzo, Basilicata e Molise tra le regioni europee di transizione. Quelle che avendo raggiunto un prodotto interno lordo compreso tra il 75 e il 90% della media europea sono destinate a passare dal regime di transizione (dove si trova oggi la Sardegna) a quello di “convergenza”. Un cambio di status che costerebbe all'Isola circa 400 milioni di euro di contributi europei in meno (si passerebbe dagli attuali 413 a 65 euro per abitante) nel sessennio che parte dal 2014.
LA PARTITA EUROPEA Cappellacci da tempo gioca la sua partita a Bruxelles ed ha il supporto della Commissione e del Parlamento europeo, che sostengono la battaglia di 51 regioni (71 milioni di abitanti, il 12% dei residenti nell'Unione), ma non quello del governo italiano che, se passasse la tesi del Comitato delle regioni, dovrebbe incrementare il proprio contributo all'Europa, che oggi ammonta a 14,5 miliardi di euro.
ITALIA SCETTICA Ecco perché ieri Cappellacci ha voluto incontrare Barca. La cui tesi è stata chiara: «All'Italia conviene farsi carico autonomamente delle proprie Regioni considerate in regime di transizione. Perché», ha fatto notare il ministro, «se questo maggiore onere sarà messo a carico del bilancio europeo, come nella proposta attuale della Commissione, lo Stato nel suo complesso subirebbe un esborso finanziario superiore all'entrata, dato che è molto elevato il numero di queste regioni di altri Stati membri». Cinquantuno, appunto.
CAPPELLACCI OTTIMISTA Per Cappellacci l'impegno del governo a garantire i fondi è un fatto «positivo e costruttivo che ci induce a proseguire con ottimismo, ma con la massima determinazione, la nostra azione di pressione politica sia a livello nazionale che sul piano comunitario».
I DUBBI Certo, qualche dubbio sulla promessa di Barca è legittimo, visto che lo Stato ha da tempo qualche difficoltà ad onorare alcuni impegni finanziari con l'Isola e deve sottostare a strettissimi vincoli di spesa, come Regioni ed Enti locali.
Salvatore Cicu, deputato del Pdl, è comunque ottimista: «Il fatto che il governo accompagni l'azione di pressione che la Regione Sardegna sta esercitando a livello comunitario è positivo». Poi invita tutta la classe politica «a condividere la battaglia unitariamente su ogni sede di rappresentanza politica».
Fabio Manca

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