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L'unione sarda. Pirotto: «La vera Rivoluzione è dar voce ai più deboli»

La corsa del cassintegrato di Eurallumina con Ingroia

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«Chi lotta può perdere, ma chi non lotta ha già perso». Più che uno slogan è il credo di Antonello Pirotto, il cassintegrato di Eurallumina, simbolo delle lotte nel Sulcis. Cinquanta anni, originario di Carbonia, l'operaio dello stabilimento di Portovesme è da sempre in prima linea nelle battaglie per il diritto al lavoro. E ora ha accettato una nuova sfida: è in corsa alla Camera nella lista di “Rivoluzione Civile” targata Antonio Ingroia.
Aveva detto che aveva la faccia da operaio e che non si sarebbe mai candidato. Cosa le ha fatto cambiare idea?
«Ho riflettuto a lungo prima di accettare la candidatura. Poi ho trovato una motivazione valida per dire sì».
Quale?
«Dare voce alla gente comune. I nostri politici si sono sempre riempiti la bocca parlando di società civile, che però in Parlamento non era mai stata rappresentata. Mi riferisco alle problematiche dei disoccupati, degli operai, dei bidelli, ma anche dei precari e delle casalinghe. Voci che non sono mai state ascoltate dai funzionari di partito».
Come mai si è schierato con Rivoluzione Civile?
«Semplicemente perché condivido tutti i dieci punti programmatici di Ingroia. Tra questi la restituzione ai lavoratori della loro dignità con la reintroduzione dell'articolo 18 e la convivenza tra salute e lavoro».
Quando è iniziata la sua Rivoluzione civile?
«La mia è cominciata negli anni'80 quando sono entrato a lavorare a Portovesme. Ho sempre lottato per la conquista e la difesa del lavoro. Ora vorrei che la mia battaglia si spostasse dalla strada all'interno del Palazzo».
Cosa potrebbe fare il deputato Pirotto per la Sardegna?
«Di sicuro potrei essere il portavoce di quella fascia di popolazione che vive il dramma di perdere il lavoro, il ritardo di mesi e mesi nel vedersi erogati gli ammortizzatori sociali e la paura di non riuscire ad arrivare a fine mese. Ma che ne sanno i nostri politici? A loro questi problemi non li sfiorano neanche».
Come imposterà la sua campagna elettorale?
«Di sicuro non andrò a tirare la giacchetta a nessuno per strappargli il voto. Penso che più delle parole contino i fatti. Saranno la mia esperienza e la mia vita a parlare per me».
Il 22 novembre la Rusal ha siglato l'accordo al Mise (ministero dello Sviluppo economico) per il riavvio della fabbrica. A che punto siete?
«Siamo in trattativa con la direzione per incrementare il personale che sta facendo le rotazioni. Non possiamo, però, cantar vittoria fino al dissequestro del bacino. Ma come le ho detto chi non lotta, ha già perso».
Roberta Floris

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