Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. Il Pdl non scopre le carte

Incertezza sulle candidature in attesa delle decisioni di Berlusconi Floris in risalita per il Senato, Alfano media sulla deroga a Cicu?

Condividi su:

Tutto è ancora in gioco, le convizioni diventano boutade da un'ora all'altra. Una certezza c'è, ed è l'unica: la chiusura delle liste del Pdl per Camera e Senato è comunque imminente.
GLI SCENARI L'atmosfera nel partito è elettrica, l'attesa spasmodica. Lo si intuisce dal silenzio di tutti e dal nervosismo di qualcuno. E dalle battute, sparate sui social network da candidati in pectore come l'ex presidente della Regione Mauro Pili. In mattinata il deputato uscente ha postato su Facebook un adagio calzante rispetto alla situazione di queste ore: “Si vis pacem para bellum. Se vuoi la pace preparati alla guerra”. Segno che almeno fino a venerdì, quando le liste in embrione dovrebbero essere vagliate dai vertici nazionali durante la riunione decisiva, la partita delle candidature resterà aperta. Il Cavaliere sembra irremovibile nella linea del rinnovamento globale.
RINNOVAMENTO Se davvero passasse il taglio dei due terzi degli uscenti, si salverebbero dalla scure di Berlusconi quattro, al massimo cinque parlamentari. Ma il Pdl è dato in recupero anche in Sardegna: non sbagliare le candidature è quindi un imperativo categorico. Ancora non è sicuro se sarà concessa la deroga a Salvatore Cicu, dal 1994 a Montecitorio e che, secondo indiscrezioni, potrebbe essere spostato al Senato. Dalla Capitale c'è chi fa notare che le deroghe potrebbero essere concesse soltanto alle primissime file del partito, e che quindi l'operazione, seppur non impossibile (considerato che Cicu è il vicecapogruppo alla Camera uscente), è quanto meno difficile. La mediazione di Alfano potrebbe fare la differenza. Se non venisse accolta la deroga per il Senato in Sardegna, potrebbe proporre a Berlusconi di ricandidare l'ex sottosegretario alla Camera in un'altra regione. Oppure prospettare per Cicu un posto sicuro per l'europarlamento. Oppure ancora una designazione per la presidenza della Regione qualora Ugo Cappellacci decidesse di rinunciare. Per Montecitorio potrebbero correre anche l'assessore alla Sanità Simona De Francisci (nei primissimi posti) e, con ogni probabilità, quella all'Industria Alessandra Zedda. Possibile anche una proposizione dell'ex capogruppo in Consiglio regionale Mario Diana, ma la cosa è da valutare. Sempre in tema di deroghe, il coordinamento di Sassari la chiede per Carmelo Porcu. Assieme alla candidatura dell'assessore all'Urbanistica Nicola Rassu (uomo vicino a Beppe Pisanu), di Tore Amadu e dell'imprenditrice Sara Salina. Nonostante il simbolo della sua associazione (Unidos) sia stato ammesso alle Politiche, il capolista del Pdl dovrebbe essere Mauro Pili. Oppure il coordinatore Settimo Nizzi. In alto nella lista anche Bruno Murgia e Paolo Vella.
IL SENATO Ma è su Palazzo Madama che il Cavaliere punta le sue carte. Impedire alla sinistra di governare in caso di mancata rimonta del Pdl si può solo con candidature forti. Per questo, nonostante abbia necessità di una deroga per l'età essendo un over 65 anni, è data in netta risalita la candidatura a capolista di Emilio Floris, ex sindaco di Cagliari. Il numero due, salvo sorprese, sarebbe l'uscente Fedele Sanciu.
L'ORDINE DI SCUDERIA «Tutti zitti», è la parola d'ordine nel Pdl sardo. Proprio perché le candidature saranno decise a Roma da Silvio Berlusconi in persona. Dalla Capitale Nizzi ricorda che una lista di quaranta nomi, dopo la scrematura effettuata il mese scorso dai coordinamenti provinciali, è stata consegnata alla segreteria nazionale. E che tutte le questioni aperte, dalle deroghe per gli uscenti con più di tre legislature alle nuove proposte, sono state portate al tavolo del “direttorio” incaricato dal leader del partito di vagliare le proposte prima delle decisioni definitive. Nizzi ha trattato con Alfano, Verdini, Bondi, Matteoli, Fitto, Martinelli, Gasparri e Cicchitto. «Ma non posso dire niente perché niente è stato deciso». Anche per questo i telefoni squillano a vuoto e le considerazioni sembrano avere più il valore delle chiacchiere da bar che avere qualche margine di credibilità. «Del resto», fa sapere un alto dirigente del partito nell'Isola, «un conto è quello che si vorrebbe in Sardegna e un altro quel che verrà deciso a Roma dal nazionale». Che tra le sorprese possa esserci anche qualche candidatura romana, magari di un big? Non è dato sapere. Come, fino al giorno della presentazione, non sono escluse modifiche dell'ordine in lista. Non a caso, c'è chi ricorda che nel 2008 il capolista alla Camera cambiò all'ultimo secondo.
Lorenzo Piras

Condividi su:

Seguici su Facebook