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La nuova sardegna. Scuola, iscrizioni online tra caos e paure

I presidi: tutti gli ostacoli sono superabili. I dubbi dei genitori senza computer. La Cgil: annunci a effetto senza vere riforme

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di Pier Giorgio Pinna

SASSARI Senza tregua: le novità per la scuola incalzano. Ora arriva l’ultimissima: da lunedì iscrizioni aperte per il prossimo anno ma tutte online. «Un traguardo importante che ammoderna la raccolta-dati nei nostri istituti», commentano in tanti. «La solita smania di mascherare come innovazione la mancanza di provvedimenti per svecchiare davvero la didattica», replicano altri. In mezzo al guado, migliaia di genitori sardi: per la prima volta alle prese con un sistema alternativo, dovranno farci i conti e tuttavia parecchi non sanno neanche usare un computer o non ce l’hanno in casa. Come faranno? È forse esagerato parlare di uno scontro fra angosciati apocalittici e smanettoni integrati. Ma certo nell’isola è cominciata una corsa affannosa per superare il gap che ci separa dalle altre regioni europee. E come sempre ci si muove fra attese, scorciatoie, caos, dubbi, paure. Dice Andreina Desole, preside ai Geometri di Sassari: «Abbiamo già informato tutti con diverse circolari e con notizie inserite sul sito web del nostro istituto. In ogni caso chiunque pensi d’incontrare difficoltà può venire da noi senza problemi: ogni mattina, dal lunedì al sabato, e il mercoledì pomeriggio, l’ufficio di segreteria fornirà supporto per compilare schede e moduli delle iscrizioni online». C’è attenzione da parte del Comitato scuola-città, che vede impegnati assieme docenti e genitori. Spiega Mario Rocca, uno dei consiglieri: «Siamo scettici e perplessi. Non perché siamo contrari al progresso o non ci piacciono i sistemi informatici. No, la questione si pone in termini differenti. In Sardegna esistono divari da colmare, soprattutto nelle piccole realtà dove il personale scarseggia». «So che succede per esperienza – aggiunge – Noi organizziamo infatti i giochi matematici per le scuole. E il 90% delle volte ci troviamo a inseguire inadeguatezze nell’online: dalle caselle di posta elettronica troppo piene ai cambiamenti d’indirizzo non registrati. Posso immaginare che cosa accadrà di fronte a una massa d’iscrizioni tanto grande». «Sarebbe stato preferibile fare prima una sperimentazione. Ma mi auguro comunque che in Sardegna si siano già valutate tutte le difficoltà specifiche per trovare poi soluzioni adeguate», è la sua conclusione. «C’è gente, al ministero, che pensa sia obbligatorio mandare in continuazione segnali di novità a effetto, senza poi impegnarsi davvero sulle riforme serie - commenta Peppino Loddo, segretario regionale della Flc Cgil - Così ci troviamo di fronte alla solita questione ridicola: si parte prima di aver verificato se le famiglie abbiano o no i computer, se tutti sono al passo con le trasformazioni, se qualsiasi scuola è pronta ad affrontare questa svolta». «Non sono di sicuro contro le moderne tecnologie, ma mi pongo una domanda: se alla fine l’intera operazione si rivelerà un fallimento, chi ne pagherà le conseguenze, se non i genitori, i loro figli e i singoli istituti?». Analogamente critico il responsabile del Movimento studentesco sardo Giacomo Cossu: «Noi ragazzi vediamo questo progetto con una diffidenza che non è certo legata all’uso d’internet, dato che siamo proprio noi la generazione digitale per eccellenza. La prudenza nelle valutazioni nasce da provvedimenti che sanno di propaganda facile e non sono mai accompagnati da atti concreti per eliminare la disorganizzazione. Prima di fare una riforma del genere, si sarebbe dovuto programmare tutto in maniera più dettagliata». Secondo il dirigente del Movimento, infatti, il pericolo è simile al flop che si è venuto a creare con le lavagne elettroniche. «Si strombazzano finanziamenti per milioni e s’annuncia il loro arrivo nelle scuole, peccato che ci si dimentichi di aggiungere che la gran parte del personale non è ancora stato preparato a farle funzionare», sostiene in ultima analisi Cossu sottolineando i possibili danni derivabili per le famiglie dal nuovo sistema d’iscrizioni. Più possibilista, e aperto alle nuove prospettive nonostante la consapevolezza della diversità di opinioni sull’argomento, è Bachisio Porru. Da capo d’istituto dello Scientifico a Nuoro e da dirigente regionale dell’Associazione presidi, è convinto che «l’informatica non penalizzerà i rapporti tra scuola e famiglia». «Anzi: permetterà di superare le questioni amministrative rimandando alla relazione diretta con i professori il merito delle vere questioni riguardanti la didattica», dice. Per aggiungere: «A Nuoro stiamo decidendo di riservare postazioni per le persone che non utilizzano il computer, ma in paesi come Fonni, dove sono reggente, non ce ne sarà bisogno: in una piccola comunità il rapporto è strettissimo». «Non bisogna comunque avere paura del nuovo – prosegue il preside – L’informatica nel nostro caso consente d’implementare il flusso delle informazioni, come già succede adesso per i voti e le altre informazioni che i genitori possono trovare sul sito dello Scientifico». «Il cartaceo a lungo andare è diventato ingestibile e l’unica soluzione sta appunto nel digitale, a cominciare dalle iscrizioni», sostiene Porru.

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