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L'unione sarda. «I ragazzi senza futuro»

ORANI. Dopo il blitz in casa del dirigente Pro loco, l'analisi di un'altra vittima

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Sette rapine in quattro mesi. È questo il dato allarmante con il quale fanno i conti i cittadini di Orani. Cosa sta accadendo nel laborioso centro barbaricino? Chi e cosa si nasconde dietro questi fatti di cronaca? Dopo la rapina con pestaggio avvenuta martedì sera nell'abitazione di Tonino Ara, 54 anni, presidente della Pro loco, quasi tutto il paese si chiude in un silenzio tombale. Neanche l'amministrazione comunale vuol parlare. I cittadini si danno una sola spiegazione. «Tutta colpa della crisi che ha messo in ginocchio il territorio», rivela un commerciante che parla al telefono.
L'ESCALATION Solo nel novembre scorso la rapina ai danni della nonnina del paese, Giuseppina Siotto, di 103 anni. Il secondo blitz, in realtà, in casa della centenaria: a settembre del 2011 i banditi le portarono via ben 10 mila euro. Ultimo episodio, l'altro ieri. Tonino Ara, pensionato, martedì intorno alle 19,30 fa rientro a casa trovando ospiti indesiderati: tre malviventi che frugano ovunque in cerca di denaro e oggetti preziosi. L'uomo reagisce ma viene picchiato e legato a una sedia. I balordi, prima di fuggire, gli portano via il portafogli che contiene poche banconote. Ara ha trascorso la notte in ospedale in stato di choc: i sanitari gli hanno diagnosticato un trauma cranico guaribile in pochi giorni.
LA TESTIMONIANZA I ricordi del sanguinoso blitz nella sua gioielleria sono ancora vivi nella mente di Mattia Cugusi, titolare dell'attività che si affaccia nella centralissima via Garibaldi. «La paura c'è ma si va avanti. Si cerca di non pensarci, altrimenti non andremmo nemmeno a lavorare», sussurra l'uomo. Durante la rapina, messa a segno lo scorso novembre, partì un colpo accidentale dall'arma di un bandito che fulminò il suo complice, Francesco Menneas, ventiduenne di Orgosolo, che morì poche ore dopo al San Francesco di Nuoro. «In paese - prosegue il gioielliere - il dato è allarmante. I giovani vedono davanti a loro un futuro poco roseo, in famiglia respirano la preoccupazione dei genitori che non sanno come pagare le bollette e pensano di risolvere la situazione con le rapine. Ma questi fatti accadono un po' ovunque».
LA CHIESA È parroco di Sant'Andrea da appena tre mesi. Don Riccardo Fenudi non conosce a fondo la realtà oranese ma ha già le idee chiare riguardo gli avvenimenti criminali che stanno togliendo il sonno alla comunità: «Nei nostri paesi stanno crescendo giovani senza valori cristiani. Ma questi fatti - precisa il sacerdote - non accadono solo a Orani». Le sue parole pesano come macigni: «Le famiglie, la scuola e la Chiesa dovrebbero lavorare di più sui ragazzi, insegnando loro i valori della vita. Oggi conta solo quello economico».
Giovanna Falchetto

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