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L'unione sarda. Gli enti locali: «Sì al ritorno alle 4 Province»

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«Ritorno alle quattro province storiche, con la condivisione dei territori che è obbligatoria per legge»: è questa l'opinione ufficiale del Cal (Consiglio delle autonomie locali) sulla riforma degli enti intermedi. Per affrontare questi problemi, il parlamentino dei sindaci e dei presidenti di Provincia ha organizzato ieri a Cagliari un convegno dal titolo “Riordino degli enti locali: una scelta obbligata e un'opportunità per il mondo delle autonomie”. All'incontro sono intervenuti, tra gli altri, il sindaco di Cagliari Massimo Zedda, il vicepresidente del Consiglio regionale Michele Cossa, il presidente del Cal Sardegna e sindaco di Sassari Gianfranco Ganau e la presidente facente funzioni della Provincia di Cagliari, Angela Quaquero.
NEL RESTO DEL PAESE Il convegno aveva come scopo quello di sviluppare un confronto sulle esperienze dei Cal in Italia dal 2001 a oggi. Per questo si sono alternati sul palco esponenti dei Cal di altre regioni, per identificare quali possano essere gli obiettivi futuri alla luce della Spending review e del riassetto delle Province deciso dal governo Monti.
«Per il riordino degli enti locali - ha detto Ganau - pensiamo a una rivisitazione del ruolo della Regione, che deve svolgere prevalentemente funzioni legislative e spogliarsi di quelle gestionali. È necessario poi sciogliere i 36 enti intermedi che vengono gestiti dalla Regione con trasferimento delle funzioni agli enti locali. Siamo inoltre favorevoli alle Unioni dei Comuni ma senza l'obbligatorietà, prevedendo invece importanti incentivazioni».
LA PROPOSTA Durante il convegno è stato presentato un documento sul riordino delle Province, elaborato dal Consiglio delle autonomie locali, che auspica il ritorno alle quattro province storiche: «È necessaria però la condivisione dei territori», ha precisato il presidente del Cal Sardegna, «che è obbligatoria per legge. Bisogna sentire le comunità per sapere con chi vogliano stare. Insistiamo inoltre sull'elezione diretta del Consiglio provinciale e del presidente».
Sergio Atzeni

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