Partecipa a labarbagia.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

L'unione sarda. Liste, Pd sardo sconfitto

I vertici del partito non cambiano idea. Bersani: «L'Isola sarà rappresentata nel governo». Lai incassa: «Ma di lui mi fido»

Condividi su:

Nulla di fatto. Per il Pd sardo è una sconfitta: le liste non cambiano, restano i “paracadutati” (il socialista Lello Di Gioia alla Camera e Luigi Manconi al Senato) e la griglia decisa a Roma. Secondo i vertici nazionali non si possono modificare perché un intervento ora aprirebbe altre falle, magari più profonde, in regioni dove il Pd deve davvero fare la differenza per la vittoria finale.
IL VERTICE È l'esito del confronto decisivo che ieri Silvio Lai ha avuto con i rappresentanti della segreteria nazionale: l'impegno di Bersani è per il dopo voto, con uno spazio per l'Isola nel governo in caso di vittoria. Lai incassa, ma in serata dice: «Di Bersani mi fido perché è un uomo che non fa promesse, ma prende impegni che sa di poter mantenere. Per questo considero importanti le decisioni assunte». Il segretario sardo sa bene però che dalla Capitale non è rientrato con una vittoria.
L'unico vero risultato di ieri è atteso alla prova dei fatti: Bersani ha di fatto ammesso una penalizzazione nella composizione delle liste sarde che verrà compensata con il coinvolgimento nel suo governo anche se la vittoria arrivasse con numeri inferiori rispetto agli ultimi sondaggi, che accreditano al Pd sardo l'elezione di 9 deputati e 5 senatori. Il leader mette la sua faccia anche sulla modifica della legge elettorale per le Europee per garantire la presenza dell'Isola a Strasburgo e l'accoglimento della proposta del Pd sardo che prevede, attraverso una fase costituente, la nascita di un partito autonomo da Roma. Chissà.
PARLA BERSANI Il candidato premier, al termine dell'incontro con Lai, dirama una nota in cui si rivolge direttamente «alle democratiche e ai democratici sardi, a quanti hanno partecipato alle primarie» e si appella a loro «per una battaglia vitale, per una svolta nel Paese e in Sardegna».
Aggiunge: «Conosco i problemi della Sardegna, dai giovani al lavoro, al sistema produttivo, alla continuità territoriale, ai temi ambientali. E so quanto sia importante che questi temi siano rappresentati a livello nazionale. Le questioni poste dal segretario del Pd sardo sono dunque fondate. Ora di fronte alla sfida che dobbiamo sostenere i problemi devono essere superati. Per questo, se dopo le elezioni politiche, rispetto alle attese, ci sarà un deficit di rappresentanza per la Sardegna, sono impegnato da ora a risolverlo. La Sardegna sarà presente nelle sedi istituzionali dove le vicende sarde si decidono, sia in Italia, sia in Europa, anche promuovendo le necessarie riforme legislative. Aggiungo che dobbiamo accelerare e concludere rapidamente un lavoro già avviato per un Pd sardo federato a quello nazionale».
LE LISTE Stando al risultato del vertice, alla Camera i primi dieci dovrebbero essere, a cominciare dal capolista Emanuele Cani, Romina Mura, Giovanna Sanna, Gian Piero Scanu, il socialista Lello Di Gioia, Caterina Pes, Francesco Sanna, Siro Marrocu, Maria Grazia Dessì (o Alba Canu) e Thomas Castangia. Per il Senato, dopo il capolista Silvio Lai, nei posti alti ci saranno Giuseppe Luigi Cucca, Ignazio Angioni, Luigi Manconi, Paolo Fadda, Maria Grazia Dessì (o Alba Canu).
LE REAZIONI Di diverso tenore le reazioni delle prime file sarde del partito. Paolo Fadda si fida della promessa di Bersani: «Ci mancherebbe, mi sono battuto perché fosse lui il candidato premier e segretario del partito prima ancora», dice il deputato uscente. «Il futuro capo del governo riconosce che la Sardegna sia stata penalizzata. Sono certo che ci aiuterà a risolvere i problemi dell'Isola restituendoci a livello istituzionale quel che non è stato garantito nelle liste».
Meno entusiasta il renziano Chicco Porcu: «Sulle liste della Sardegna il risultato è insoddisfacente, ma le responsabilità non stanno solo a Roma». Per il consigliere regionale «la battaglia andava fatta prima delle primarie e non dopo, nel pieno della campagna elettorale». E conclude: «Prendo atto degli impegni del segretario Bersani e non potrò che sostenere attivamente il Pd in questa campagna elettorale e ritiro l'autosospensione, inutilmente offerta al segretario Lai per dargli più forza nella trattativa», conclude Porcu. «Fino al 24 febbraio ci occuperemo dell'Italia, ma dopo le Politiche servono uomini con il cuore e la testa in Sardegna che con saggezza sappiano unire il partito e trasformare i proclami in azioni concrete utili alla Sardegna». Oggi intanto Lai decide la data in cui sarà convocata la direzione regionale per fare il punto della situazione in vista del voto.
Lorenzo Piras

Condividi su:

Seguici su Facebook