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L'unione sarda. Pappa di traverso, salvato

Aritzo. Lieto fine per un bimbo nigeriano di dieci mesi

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Mangia la pappa tra le braccia della mamma ma gli va di traverso. Per il bimbo, appena dieci mesi, nato in Sardegna da madre nigeriana, ospite ad Aritzo, si teme il peggio: per interminabili minuti il piccolo sembra non respirare più per colpa di un grumo di riso finito nella via sbagliata, la trachea anziché l'esofago. Ma i soccorsi immediati sostenuti da un enorme slancio di solidarietà bastano a evitare la tragedia e a regalare il lieto fine alla storia. Il piccolo viene trasportato in elicottero all'ospedale di Nuoro da dove rimbalzano notizie rassicuranti: Kindera sta bene nonostante la mezz'ora da incubo.
LA VICENDA Succede alle 9 di ieri mattina nell'hotel Castello che ospita una comunità di venti negeriani, compresi sei bambini di cui tre nati in Sardegna. Sono profughi in attesa del permesso di soggiorno, arrivato proprio in questi giorni. Il piccolo Kindera è tra le braccia della mamma. Il fratellino di tre anni è nella scuola materna. Sembra una mattinata uguale alle altre. Il piccolo mangia a volontà, ma d'improvviso la pappa finisce per ostruire le vie respiratorie. Rischia di morire soffocato tra le braccia della mamma che si dispera e chiede aiuto.
I SOCCORSI I titolari dell'hotel, Piero Pili e Rossana Murru, sentono l'urlo di dolore della donna. Capiscono la situazione e non perdono un attimo di tempo. La moglie interviene subito in soccorso del bimbo per liberarlo da quel boccone infido, il marito corre dal medico di base, Giampiero Galizia. Sono attimi preziosi che fanno scattare una sorprendente gara di solidarietà mentre il piccolo Kindera aspetta di tornare alla normalità. Gli infermieri del centro Aias mettono a disposizione la cannula per aspirare quella poltiglia intrusa, gli operatori del 118 accorrono da Sorgono, sindaco e amministratori si precipitano nell'hotel dove si prega e si spera.
LIETO FINE Il lavoro del medico di base e degli operatori del 118 riesce a fare il miracolo. E dopo trenta minuti di paura il piccolo riprende ad agitarsi e a respirare. Per accertamenti, però, è necessaria la corsa verso l'ospedale San Francesco. L'elicottero dei vigili del fuoco atterra nel campo sportivo del paese. Poi il volo verso Nuoro. La mamma segue il bimbo fino al San Francesco. Ed è lei nella tarda mattinata a rassicurare i suoi amici di Aritzo, ancora in apprensione per Kindera. «Dobbiamo ringraziare tutti: il medico, il 118, il centro Aias, il sindaco, tutte le persone che sono venute qui», dice Piero Pili che ha adottato i profughi giunti dalla Nigeria. «Tutta la comunità si è mobilitata in una gara di solidarietà, è accorsa tanta gente al punto che la festa di Aritzo sembrava fosse ieri mattina».
Marilena Orunesu

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