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L'unione sarda. Berlusconi ci ripensa: «Non lascio»

L'ex premier pronto a sfiduciare il governo: crea recessione

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ROMA Silvio Berlusconi ribalta tutto e, il giorno dopo la sentenza Mediaset, torna in campo con la forza di un carro armato. Contro Monti, a cui minaccia di togliere la fiducia, contro la deriva verso la magistratocrazia e brandendo di nuovo il vessillo della lotta alla pressione delle tasse, a quella che definisce «estorsione fiscale».
L'ACCUSA La veemenza con la quale riprende in mano lo scettro del centrodestra per guidarlo verso il voto («ma senza candidarmi premier») porta molti a parlare di un nuovo Predellino. È scatenato l'ex premier: ora che la spirale della recessione, provocata dalla politica di Monti, minaccia la ripresa, dice basta. «Nei prossimi giorni decideremo se sia meglio togliere subito la fiducia al governo o conservarla dato l'arrivo delle elezioni». C'è, spiega, il timore di un rialzo dello spread.
LE CONSEGUENZE La mossa del Cavaliere scatena una sorta di reazione a catena. Mina la portata delle primarie del Pdl. Chiude, nonostante un appello rivolti ancora ieri a Udc e Montezemolo («devono considerarsi parte del centrodestra»), alla possibilità di un'alleanza tra Alfano e Casini, ipotizzabile solo in presenza di un suo effettivo passo indietro. Allo stesso tempo, rafforza il nascente rassemblement dei moderati e dà una mano alla campagna elettorale di Bersani e Vendola, uniti nella battaglia contro il ritorno del caimano. «Altro che unione dei moderati nel nome del Ppe! Le parole di Berlusconi sono il manifesto del populismo antieuropeo e autoritario», tuona Fini. Casini tace ma il segretario Udc Cesa è sulla stessa onda del leader Fli. Plaude Maroni, rafforzando l'ipotesi di una ripresa dell'alleanza con la Lega.
VIA I SASSOLINI Berlusconi si toglie parecchi sassolini dalle scarpe. A cominciare dal rapporto con tedeschi e francesi in piena bufera economica. «Con quei sorrisi la Merkel e Sarkozy tentarono l'assassinio politico della mia credibilità internazionale», si sfoga l'ex premier che si scaglia contro l'egemonia tedesca, contro le misure imposte all'Italia e contro quel rigore che, unito al trattamento usato dalla Guardia di Finanza con i suoi blitz nei negozi e nelle località di grido, deprime l'economia. «C'è un trattamento violento del contribuente», dice Berlusconi che lancia il suo programma per vincere le elezioni. Attraverso le riforme costituzionali che devono dare più potere al governo, la riforma della giustizia, il taglio delle tasse, a partire da quelle sulla casa.

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